Da Avigliana con quelli di Diomedea a San Fruttuosio

di LODOVICO MARCHISIO

AVIGLIANA – L’Associazione Naturalistica e Culturale Diomedea  che ha sede in Pinasca, si occupa di svolgere attività per lo sviluppo della conoscenza storica e naturalistica del territorio locale, principalmente delle Valli Chisone e Germanasca, di recuperare e valorizzare aspetti culturali ed ambientali generalmente trascurati anche tramite il ripristino di itinerari naturalistici e storici di particolare interesse, di organizzare e diffondere attività di tipo escursionistico, estivo ed invernale come nel caso della riuscitissima gita alla “Via dei Tubi” nel parco del Monte di Portofino, che ha visto 30 partecipanti entusiasti sino all’inverosimile.

La gita è stata coadiuvata dalla presidente Serena Maccari con l’accompagnamento di Tiziano e mio (accompagnatori di Diomedea) e l’aiuto di Felice cui va il nostro grazie più sincero. Meta della giornata è stato il percorso dell’acquedotto che collega San Rocco di Camogli con San Fruttuoso e offre adrenalina a gogò (catene, scaletta, anguste gallerie, cima di rito, ecc). L’unico inconveniente, se così si può definire, è che il nostro bus deve lasciarci a Ruta costringendoci a circa 1 Km e mezzo in più su asfalto non essendo più possibile da poco tempo, accedere con pullman privati al grande parcheggio che si trova a 800 metri prima di San Rocco.

Raggiunto l’abitato di San Rocco effettuiamo un breve visita alla Chiesa Parrocchiale e al monumento al cane con la foto di rito. Si prosegue quindi a piedi per lo stupendo acciottolato che conduce all’abitato di Mortola che mantiene ancora il sapore di antico e incontaminato (qui solo i motorini dei residenti possono accedere). Il percorso diventa presto sentiero che s’inoltra nel parco tra stupendi faggeti, verso le batterie militari ex postazione del regio esercito poi passata all’esercito tedesco. Giunti ai Bunker, con stupenda vista sull’istmo di Punta Chiappa, li superiamo per un centinaio di metri fino a uno sbancamento ove alla nostra sinistra si apre un nascosto sentiero (non segnato) che conduce ad un muraglione.

Lo seguiamo sino a giungere alla prima galleria del sentiero dei tubi che altro non era che l’acquedotto che, dalle sorgenti sopra San Fruttuoso portava l’acqua a Camogli risalente ai primi del 900. Evitiamo il primo stretto tunnel per salire su una traccia che conduce a uno splendido belvedere sulla Torretta di San Fruttuoso, anch’essa attrezzata con catene e fittoni resinati, ma sulla quale vi è assoluto divieto d’accesso. La vista spazia su tutto lo scenario incantevole del Golfo del Paradiso, dal quale prende il nome la bella guglia che sovrasta il colletto da noi raggiunto e che dal basso sembra inespugnabile. Con 15 ardimentosi ne scaliamo la vetta che a monte presenta solo un breve tratto difficoltoso finale in un camino.