ALPIGNANO – Una delegazione minima composta dal sindaco di Alpignano Steven Palmieri, gli agenti della Polizia Locale e i rappresentati dell’ANPI locale si sino recati al Monumento del Maiolo. Un atto sentito e dovuto anche in queste tremendo periodo di pandemia Covid. La presenza di oggi ricorda il sacrificio di tanti giovani per la libertà, l’uguaglianza e la democrazia. Ad Alpignano intanto è stata anche inaugurato il percorso della memoria ai Partigiani del Maiolo. Il percorso della memoria che si snoda da Piazza I Maggio a Piazza Caduti è un progetto della passata amministrazione opera dall’artista Luciana Turello. Si tratta di dieci mattonelle, a ricordo dei dieci martiri della Guerra Civile del 1943-45. Un segno della storia locale che non si vuole dimenticare e che fa parte integrante della vita sociale di Alpignano grazie alle associazioni d’arma e culturali.
LA STORIA
Nel marzo del 1945, un commando partigiano fece un’imboscata contro i nazi-fascisti. Il tutto avviene presso l’Albergo Fiorito ad Alpignano. Quella che doveva essere un’azione per prendere dei prigionieri degenera in uno scontro a fuoco. Muoiono cinque tedeschi. Due sono sottufficiali, due soldati e un sergente maggiore degli Alpini della RSI. La mattina seguente, dai tedeschi in presidio in città, vengono presi alcuni ostaggi che però vengono liberati la sera. In seguito giovedì 22 marzo sono prelevati dal carcere di Bussoleno, dove erano generalmente reclusi, dieci partigiani. Ragazzi catturati in Valsusa e nel Canavese nelle settimane precedenti e già condannati a morte. La rappresaglia è eseguita dal comando tedesco al Maiolo, una borgata di Alpignano, verso Caselette. Uno di loro aveva appena 17 anni. Furono sepolti al cimitero senza cerimonia religiosa, senza intervento di alcuna persona, come ordinato dal comando tedesco.
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