Alpignano: un incontro sulle evoluzioni della decrescita felice

ALPIGNANO – Gli Amici dell’Ecomuseo Sogno di Luce ed il gruppo Alvise, ALpignano VIve SEnza, organizzano per questa sera, giovedì 19 aprile alle 20.45 una conferenza di Maurizio Pallante – padre del movimento per la decrescita felice in Italia- dal titolo: “La decrescita felice – quali evoluzioni?
E’ possibile dedurre un programma politico dal progetto culturale della descrescita?”

Nella serata sarà possibile anche visitare l’Ecomuseo Sogno di Luce.

L’iniziativa rientra nel programma delle attività 2018 dell’Associazione Amici dell’Ecomuseo patrocinato dal Comune di Alpignano.

Maurizio Pallante e la decrescita

“Per ridurre la crisi ecologica non basta abbandonare la fede nella crescita, occorre promuovere concretamente la decrescita come proposta culturale e politica. Le risorse rinnovabili che la biosfera rigenera nel corso di un anno vengono consumate dall’umanità prima della metà di agosto. Se l’economia smettesse di crescere non se ne consumerebbero di più, ma si continuerebbe a consumarne più di quante la biosfera è in grado di rigenerare. Un miglioramento si può ottenere solo se i consumi di risorse rinnovabili diminuiscono. Le emissioni di CO2 si accumulano nell’atmosfera facendo salire la temperatura della Terra. Se smettessero di crescere, le loro concentrazioni continuerebbero ad aumentare. Per ridurre le concentrazioni, occorre che le emissioni diminuiscano. Lo stesso vale per i rifiuti non biodegradabili e per tutti i fattori inquinanti. Solo una diminuzione dei consumi e delle emissioni consente di rientrare nei limiti della compatibilità ambientale. L’orizzonte a cui fa riferimento la decrescita è definito da due pilastri: la compatibilità ambientale e l’equità, tra gli esseri umani e tra la specie umana e le altre specie viventi. L’abbandono della fede nella crescita è una condizione necessaria, ma non sufficiente per avvicinarsi progressivamente a questi obiettivi. Senza altre indicazioni può essere addirittura fuorviante. La riduzione degli sprechi energetici e lo sviluppo delle fonti rinnovabili non sono l’unico modo per frenare la crescita delle emissioni di CO2. Anche lo sviluppo dell’energia nucleare lo consente, ma genera altre terribili forme d’inquinamento per molti secoli. L’impronta ecologica dell’umanità può essere stabilizzata sia riducendo il consumo di risorse rinnovabili dei popoli ricchi, che eccedono l’impronta ecologica media pro-capite sostenibile dalla biosfera, sia riducendo ulteriormente il consumo di risorse rinnovabili dei popoli poveri, che non hanno il necessario per vivere. L’abbandono della fede nella crescita, l’a-crescita, non implica di per sé una riduzione dell’impatto ambientale e delle iniquità tra gli esseri umani e tra la specie umana e le altre specie viventi. Dobbiamo intraprendere la decrescita”.

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