SUSA – Sembra non trovare nessun punto di condivisione il rapporto tra amministrazione e opposizione a Palazzo Buttis a Susa in Consiglio Comunale. Da una parte il gruppo del sindaco Piero Genovese, dall’altro quello dello sconfitto Sandro Plano. Difficile conciliare le due posizioni, anche su temi che vanno oltre la città. Una prova di questa durissima, e a volte incomprensibile, clima di scontro s’è vissuta all’ultimo punto in discussione nel Consiglio Comunale di giovedì 12 dicembre. Si trattava di una mozione presentata dal Gruppo di Minoranza Susa. Una voto contro il razzismo, l’odio e la violenza in generale. Temi naturalmente e ovviamente condivisi da tutto il Consiglio Comunale.
NON SI TROVA L’ACCORDO NEI CONFRONTI DELLE FORZE DELL’ORDINE
Poi il “casus belli“. La maggioranza per rendere ancora più forte la mozione ha chiesto l’inserimento di alcune specifiche al testo da votare. Spiegano dall’amministrazione. “Abbiamo chiesto di aggiungere alla mozione il tema della sulla legalità e del rispetto delle regole democratiche per una civile convivenza. Poi anche ogni forma di violenza verbale, fisica e mediatica nei confronti delle Forze dell’Ordine nell’adempimento del loro dovere. Poi anche contro l’antisemitismo derivante dall’integralismo religioso e culturale e associativo“.
UN VOTO DELLA SOLA MAGGIORANZA
Dopo una lunga e animata discussione la minoranza non ha votato la propria mozione, rifiutandosi di approvare gli emendamenti del Gruppo CambiAmo Susa. La mozione pertanto è passata con il solo voto della sola maggioranza. Spiegano dal gruppo di Genovese. “Siamo convinti che argomenti come la lotta al razzismo, all’odio, alla discriminazione, all’intolleranza non abbiano colore politico e non vadano mai strumentalizzati. Occorrerebbe invece lavorare insieme e non dividersi su temi così decisivi per la convivenza civile ed il rispetto della legalità e delle regole democratiche“. Alcuni dicono che l’appunto sulle Forze dell’Ordine, a pochi giorni dall’ennesimo attacca al Cantiere TAV a Chiomonte, non sia piaciuto e da qui l’ennesima polemica segusina.
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