TORINO – Sono settantuno gli anni che ci separano dalla tragedia dell’alluvione che il 14 novembre del 1951 sconvolse il Polesine (Comunicato Vigili del Fuoco). In foto la colonna dei soccorsi in partenza dal corso Regina alla volta del Polesine.
L’ALLUVIONE DEL POLESINE
Nel nostro Paese erano ancora presenti i segni lasciati dal recente conflitto bellico, quando ecco che un nuovo disastro, il primo dell’Italia del dopoguerra, si abbatté su una vasta zona del Nord-Est del Paese. L’alluvione causata dall’esondazione del Po nella provincia di Rovigo, è considerata una delle più grandi catastrofi idrogeologiche. Il grande lembo di terra compreso tra due grandi fiumi: il Po e l’Adige, divenne un’immensa distesa di fango e acqua. Ancora pochi italiani conoscevano il Polesine, ma l’evento fu talmente grave e vasto, che ben presto tutti impararono a conoscere un territorio ancora povero, ma fiero e ricco di bellezze naturali.
I VIGILI DEL FUOCO RISPOSERO CON UNO SFORZO ECCEZIONALE
Lo straripamento del Po ebbe inizio fra i comuni di Occhiobello e Canaro. Poi ci furono le rotte degli argini. Milioni di metri cubi di acqua e fango dilagarono nelle povere campagne del Polesine. Il bilancio del disastro fu drammatico: circa cento morti di cui ben ottantaquattro nell’episodio del famigerato “camion della morte”. Il disastro toccò il cuore di tutti gli italiani, che si prodigarono con grandi offerte di aiuto. Da Nord a Sud, ognuno, come poteva, volle contribuire a lenire le sofferenze della gente toccata da una grande tragedia. L’aria di solidarietà, il desiderio di notizie, la voglia di fare qualcosa per qualcuno, una improvvisa familiarità con il Polesine fu grande. L’Italia da pochi anni riemersa dal dramma della guerra, si mobilitò per la prima grande campagna di solidarietà. I Vigili del Fuoco, tenaci, infaticabili e modesti, risposero con uno sforzo eccezionale, confluendo da ogni angolo del Paese.
L’AGENDA, TUTTE LE NOTIZIE! COME?
Visita il sito internet. Iscriviti alla pagina Facebook, clicca “Mi Piace” e non perderti più nemmeno una notizia! Segui L’Agenda su Instagram, Twitter e YouTube.