A Giaveno si sale in vetta, grazie al CAI, con un libro e un video

GIAVENO – Venerdì 26 gennaio alle ore 21 presso la Sezione locale del Club Alpino Italiano CAI verrà proiettato un estratto del filmato “Yosemite ‘74” e presentato il libro “Bertone. La montagna come rifugio” di Guido Andruetto. Il documentario, che ha una durata di 45 minuti, fu realizzato con il contributo di Gian Piero Motti per le musiche ed i testi, grande alpinista e tra i fondatori del Nuovo Mattino, nonché direttore della Rivista della Montagna e teorico del libero arrampicare. Bertone e Cosson erano sponsorizzati dalla Fila, che già aveva voluto Bertone come testimonial, prima di investire su Messner e sulle sue ascensioni degli Ottomila in Himalaya.

L’AUTORE

Giornalista, scrive per la Repubblica ed i suoi supplementi ed inserti culturali come il Venerdì e D la Repubblica. Collabora anche con Rolling Stone, Vogue e L’Uomo Vogue. Appassionato di montagna ed escursionismo, è sempre stato affascinato dall’alpinismo e dalle storie che ha ascoltato dalle guide alpine della storica Società di Courmayeur, la più antica d’Italia e seconda al mondo dopo quella di Chamonix. Per la Repubblica, edizione di Torino, cura la rubrica su internet “Itinerari”. Il suo primo libro è “Bertone. La montagna come rifugio” (edito da Castelvecchi) in cui ripercorre la storia del grande alpinista e guida alpina di Courmayeur Giorgio Bertone, scomparso nel 1977 in un incidente aereo sotto la cima del Mont Blanc du Tacul, compagno di cordata e grande amico della guida alpina Renzino Cosson, gestore del Rifugio Bertone.

IL RIFUGIO

Il Rifugio Bertone del CAI è localizzato nei pressi del piccolo vilaggio di Le Pré al cospetto del Monte Bianco, montagna molto amata e vissuta in tutti i minimi particolari dalla guida alpina Lorenzino Cosson. Questa struttura prende il nome di Giorgio Bertone, guida alpina e grande amico di Renzo, insieme vissero molte avventure in particolare la prima salita italiana della parete sud-est del Nose al Capitan nello Yosemite Valley. Furono molto uniti anche nel soccorso alpino e nella fotografia. Ma nell’agosto del 1977 il destino porta via, a noi ed al suo amico, Giorgio una persona unica in tutto. Quando visiterete il Rifugio, oltre a godere di una vista mozzafiato. Sulla catena del Monte Bianco, potrete sentire ancora nell’aria quell’energia e quell’amicizia che unisce tutti noi e che ha accompagnato nel loro corto ma intenso cammino due grandi amici come Giorgio e Renzo.

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