UNA PETIZIONE A FAVORE DELLA NO TAV NICOLETTA DOSIO
BUSSOLENO – “Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Nicoletta Dosio che è di nuovo costretta agli arresti domiciliari per un anno e 9 mesi (all’età di 78 anni) dopo aver già scontato mesi di carcere e domiciliari. A tutto questo si aggiungono le misure restrittive che vietano alla Dosio il permesso di visitare e sostare nei comuni di Venaus, San Didero, Bruzolo, Chiomonte, Giaglione, per tre anni. Nicoletta è una donna mite e coraggiosa, partigiana della terra e del futuro. La cui unica colpa è avere protestato con metodi nonviolenti e aver messo in pratica la disobbedienza civile contro i cantieri della Tav, grande opera inutile e devastante, senza però aver mai fatto male a nessuno L’accanimento su di lei è pari all’impunità di cui godono i potenti che inquinano e devastano. I cantieri della Tav hanno già inquinato acqua, terra e aria, abbattuto boschi. Recentemente sono stati trovati Pfas nei comuni della Val di Susa. Noi che veniamo da territori contaminati da queste e altre sostanze, zone sacrificate per il profitto, noi che lottiamo ogni giorno per salvare i nostri figli e figlie dai veleni, noi che spesso siamo abbandonate e osteggiate dalle istituzioni, ora chiediamo ad alta voce la liberazione di Nicoletta Dosio e la fine di ogni ingiustizia ambientale.” Questo il testo della petizione che il Movimento No Tav in Valsusa ha scritto e inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
LA DIFFIDA
Nel pomeriggio di venerdì 28 giugno all’attivista No Tav Nicoletta Dosio, ai domiciliari per non aver in precedenza rispettato le misure cautelari imposte dalle Forze dell’Ordine, ha ricevuto una nuova diffida perché lo scorso sei giugno non ha risposto agli agenti che suonavano il campanello di casa per verificare che si trovasse in casa. La condanna di Nicoletta a un anno e nove mesi agli arresti domiciliari è arrivata appena un mese fa. Si tratta dell’esito di una vicenda di lotta e resistenza, iniziata nel 2015 con una marcia del Movimento in Val di Susa. A causa di alcuni tafferugli con le forze dell’ordine, a Nicoletta e altri membri del Movimento vennero contestati reati di violenza contro pubblico ufficiale e devastazione e applicate misure cautelari di restrizione della libertà personale, che la donna decise di non rispettare.
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