Condove: per la rassegna Valsusa Filmfest, un film documentario sull’alpinista e scrittore Gian Piero Motti

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CONDOVE – Nuovo appuntamento per la rassegna Valsusa Filmfest – Effetto Montagna” giovedì 8 novembre 2018 alle ore 21 al Cinema Comunale di piazza Martiri della Libertà, con la proiezione del film “Itaca nel sole Cercando Gian Piero Motti”, di Tiziano Gaia e Fabio Mancari. La rassegna di avvicinamento alla XXIII edizione del Valsusa Filmfest sul tema della montagna presenta il film che porta alla luce la figura del noto alpinista e scrittore piemontese Gian Piero Motti, pioniere dell’arrampicata libera e precursore di un approccio innovativo e moderno alla montagna.

IL FILM

È un film-documentario della durata di 74 minuti. Classe 1946, Gian Piero Motti è cresciuto nel clima austero delle scuole di arrampicata sabaude, permeate dell’alone imponente del “Fortissimo”, Giusto Gervasutti, per poi allontanarsene e intraprendere un percorso di ricerca personale, che lo ha portato a scoprire i modelli americani di arrampicata, simbolicamente trasferiti sulle pareti di granito della Valle dell’Orco, la “piccola California” italiana. Parallelamente all’attività su roccia, Motti ha scritto, tradotto, meditato, trainato. Il clima post-sessantottino ha avuto su di lui l’effetto di acuire il senso di distacco dalla generazione precedente di arrampicatori, ma soprattutto lo ha condotto su una strada di ricerca introspettiva, nella quale la montagna diventava simbolo di un viaggio più grande dell’uomo all’interno di se stesso e della società.

LA TRAMA

Pur circondato da un gruppo di fedeli compagni e discepoli, Motti ha sofferto le contraddizioni e i tormenti del proprio tempo e del proprio animo sensibile, riversandoli in pagine e articoli intrisi di malinconia, tanto da essere considerato da alcuni “il Cesare Pavese della montagna”. La sua opera più importante, e tuttora insuperata, è la “Storia dell’Alpinismo”, del 1978. È scomparso tragicamente all’età di soli 37 anni, il 21 giugno 1983. Il film esplora le sfaccettature del “personaggio e uomo Motti”. Attraverso numerose testimonianze dei suoi compagni di arrampicata. Alcuni tra i più forti e noti nomi della montagna italiana del periodo ’70-’80, immagini di archivio e ricostruzioni. Una parte consistente del lavoro è consistita nel recupero delle poche fotografie rimaste. Dal momento che Motti bruciò 4.000 diapositive delle proprie imprese. Come segno di “rottura” rispetto al vecchio mondo della montagna.

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