Una visita al Borgo di San Vito a Piossasco, nel tempo è stato abitato da molte famiglie nobiliari

Chiesa San Vito

PIOSSASCO – Una visita al Borgo di San Vito di Piossasco. La cittadina di Piossasco, con i suoi tre castelli, i palazzi nobiliari e le chiese, rappresenta un museo a cielo aperto. Il Borgo di San Vito, situato sulla collina, in una zona verdeggiante ai piedi dei castelli, nel tempo è stato abitato da molte famiglie nobiliari. Esse hanno fatto edificare splendidi palazzi e ville signorili che conservano ancora oggi tutto il loro splendore. Grazie ai volontari dell’Associazione Corona Verde di San Vito, i visitatori, le ultime domeniche di aprile, maggio, giugno, settembre ed ottobre, possono scoprire gratuitamente queste bellezze. Il borgo è stato censito dal FAI come uno dei tesori del patrimonio artistico nazionale.

L’ASSOCIAZIONE CORONA VERDE DI SAN VITO

L’associazione, presieduta da Francesco Mottura, è nata nel 2011 con lo scopo di valorizzare e promuovere il Borgo di San Vito e le aree verdi adiacenti, svolgendo iniziative a tema. I suoi volontari ogni anno partecipano ad un programma di attività volte alla riscoperta, ripulitura e manutenzione delle aree di interesse storico. In collaborazione con il Comune di Piossasco ha sviluppato l’iniziativa “Giovani dentro la storia di Piossasco – La Storia raccontata”. I destinatari sono ragazzi e ragazze residenti a Piossasco, con meno di 35 anni e con il diploma di scuola secondaria. Il percorso formativo, prevede un’alternanza di lezioni, visite guidate ed esercitazioni sul campo ed è curato da storici, studiosi e professionisti provenienti dal mondo delle arti. Il progetto prevede l’assegnazione di borse di studio ed i giovani possono scegliere se formarsi per diventare ciceroni ed accompagnare i turisti a visitare il Borgo di San Vito oppure per portare in scena rappresentazioni teatrali sulla vita dei personaggi celebri di Piossasco.

L’INIZIO DELLA VISITA

Ad accoglierci nella piazza del borgo è il Presidente Francesco Mottura, che ci ha spiegato le finalità dell’Associazione Corona Verde. Le visite guidate prevedono due percorsi. Quello attraverso il Borgo di San Vito, che prevede la visita della Confraternita di Santa Elisabetta e della Chiesa di San Vito. Il trekking al ricetto dei castelli, ideale per gli appassionati di camminate in montagna. Noi abbiamo scelto la prima opzione. Partiamo quindi alla scoperta del borgo, camminando lungo una via costeggiata da splendide dimore. Tra queste, Casa Lajolo, una magnifica villa di campagna settecentesca, abbellita da un lussureggiante giardino, oggi detenuta dai Conti Lajolo di Cossano.

LA CONFRATERNITA DI SANTA ELISABETTA

Giungiamo quindi alla Confraternita di Santa Elisabetta. Questa cappella è la risultanza della fusione, avvenuta nei secoli, di tre cappelle contigue, legate a diverse confraternite religiose: la Cappella dello Spirito Santo, quella del SS. Nome di Gesù e quella di Sant’Elisabetta. I resti Cappella Dello Spirito Santo si trovano a destra della scalinata d’ingresso e formano un tutt’uno con la facciata. Si possono ancora ammirare resti di affreschi quattrocenteschi, che rappresentano un’Annunciazione con le figure dell’Arcangelo Gabriele e della Vergine.  Le aureole sono state realizzate con la tecnica del rilievo a pastiglia, mentre sulla lesena è raffigurato lo stemma della famiglia De Buri che sovrasta l’effige di San Vito. Sotto di essa era dipinto un letto di ospedale, che indicava la presenza di un vicino ospizio per i pellegrini che percorrevano strade alternative alla Via Francigena. I suoi affreschi risalgono al 1825.

LA CHIESA DEI SANTI VITO, MODESTO E CRESCENZIA

La visita è proseguita alla Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia, la più antica di Piossasco, risalente all’XI secolo e menzionata per la prima volta nel 1222. La chiesa con il monastero annesso fu retta prima dai Benedettini e poi dai Cistercensi, come dimostrano i primi sette parroci conosciuti a cui era attribuito il titolo di Priore. Divenne bene secolare nel 1452 quando l’ultimo Priore, Gabriele de Buri, monaco cistercense il cui stemma famigliare lo ritroviamo in molte parti del borgo, si fece ridurre al secolo. Del primitivo nucleo romanico l’edificio conserva solo l’abside e la parte inferiore del campanile, il quale nella parte superiore è abbellito da tre cornici gotiche. Esso è stato studiato da Alfredo d’Andrade e riprodotto dall’artista nel Borgo Medievale del Valentino. La facciata in mattoni è stata costruita nel 1886; sul timpano si innalza la statua della Fede, sulle volute laterali si ammirano quelle della Speranza e della Carità, mentre nelle nicchie sopra ed a fianco del portale sono poste le statue di San Vito, San Modesto e Santa Crescenzia.

L’INTERNO DELLA CHIESA

All’interno la chiesa ha una forma a pianta longitudinale suddivisa in tre navate e volta a botte. Il pavimento in pietra di Barge è stato costruito nel 1883. In diversi angoli è stato rappresentato lo stemma dei Piossasco, composto da nove merli neri, che rappresentano i nove rami della famiglia Merlo, casato che ha posseduto questo feudo dal 1100 al 1933. L’edificio è oggi usato per matrimoni e concerti. All’ingresso, sulla sinistra, è presente il suo ornamento più antico. Si tratta di una vasca battesimale ottagonale in pietra bianca risalente al 1461. È stata donata da Gabriele de Buri. Quattro dei suoi lati sono ornati dallo stemma della sua famiglia.

GLI AFFRESCHI

Lungo la parete laterale destra si aprono tre vetrate policrome rappresentanti i tre Santi a cui è dedicata la chiesa. Le decorazioni interne del luogo di culto catturano l’attenzione per il loro splendore. Gli archi della volta della navata centrale sono decorati da stucchi dorati e sono intercalati da sei affreschi realizzati nel 1853. Rappresentano la Fede, Dio Padre, San Gregorio Magno, Sant’Ambrogio, Sant’Agostino e San Girolamo.

L’ICONA OVALE DI ROCCO COMANEDDI

Dietro l’altare, che fino a metà Ottocento era attaccato al muro, si ammira la grande icona ovale settecentesca attribuita a Rocco Comaneddi. Rappresenta la Gloria ed il trionfo di San Vito. In essa il santo è rappresentato circondato dagli angeli e dai Santi Modesto e Crescenzia. Quest’opera è stata voluta come voto dagli abitanti di Piossasco, i quali hanno speso 600 Lire per chiedere la fine delle invasioni straniere. La cittadina si trovava infatti in una posizione cruciale, sulla via di Torino ed era spesso attraversata da eserciti. Poco distante da qui, il 4 ottobre 1693, era stata combattuta la Battaglia della Marsaglia, che causò la morte di 12 mila uomini. Pochi anni dopo, la Guerra di Successione Spagnola portò nuovi morti, distruzione e povertà.

LE STATUE

Ai lati dell’icona ovale, in due nicchie, sono collocate le statue di San Pietro e San Paolo. A destra del presbiterio si ammira una macchina votiva a spalla alla cui base è presente uno scudo doppio. Esso è stato donato nel 1739 da Bernhard Otto, Barone di Rehbinder e Cristina Piossasco de Feys della Volvera in occasione delle loro nozze. Cristina, rimasta vedova tre anni dopo, sposerà Giuseppe Vittorio Carron di San Tommaso e sua nipote Giuseppina, impalmando Agostino Lascaris di Ventimiglia, gli porterà in dote Palazzo Carron di Torino, che oggi si chiama Palazzo Lascaris ed è sede del Consiglio regionale del Piemonte. I Merlo ed i Carron di San Tommaso uniranno i loro destini nuovamente nel 1773. In quell’anno Francesco Teodoro, primo marchese del secondo ramo dei Carron, sposerà Clotilde Piossasco di None.

L’ABSIDE

La visita è proseguita all’interno nell’abside, che un tempo era la cappella privata della famiglia Piossasco. Spiccano per la loro bellezza due dipinti. Uno raffigurante l’Assunzione della Vergine con San Luca e Sant’ Elisabetta del Portogallo. L’altro, settecentesco, rappresenta Santa Elisabetta d’Ungheria mentre fa l’elemosina. Questo dipinto fino al 1964 si trovava nella Confraternita di Santa Elisabetta. Sotto l’abside c’è un ambiente un tempo usato come sepolcreto.

GLI ALTARI

Sulle pareti laterali del coro vi sono alcune opere datate 1832 del pittore Maletti di Cumiana, tra cui la Natività e l’Ultima cena. La chiesa vantava ben 12 altari, alcuni di proprietà di diversi rami della famiglia Merlo, altri di compagnie religiose e di altre famiglie nobili locali. Sopra il primo altare laterale destro si trova un dipinto raffigurante una Madonna con Bambino. Firmato Zamorra, ha uno stile caravaggesco. Sopra il primo altare della navata laterale sinistra si può ammirare un dipinto di metà Settecento attribuito alla cerchia operante nella scuola del Beaumont. Raffigura Tobiolo e l’Angelo. L’organo della chiesa risale al 1842 ed è opera dei fratelli Bussetti.

LA SAGRESTIA

Nella sagrestia si ammira la foto di un affresco quattrocentesco di scuola jaqueriana, ubicato al secondo piano della ex-canonica. Venuto alla luce nei primi anni Sessanta, rappresenta una crocifissione e varie figure di santi. Nella Crocifissione la figura del Cristo è attorniata in alto dai due ladroni ed in basso dal gruppo delle pie donne e dalla corte di soldati e dignitari. Colpisce la grande attenzione ai dettagli, come, tuniche, manti e copricapi. Tra le figure, domina quella di Maria Maddalena rappresentata con le mani tremanti e le lacrime a fior di ciglia. Essa richiama le eroine dipinte nella Sala Baronale del Castello della Manta. Nella fascia sottostante sono raffigurati quattro Santi: San Cristoforo, San Vito, San Sebastiano in abito da cavaliere e Sant’Antonio Abate, sul cui manto è raffigurata la tau. Tra di essi compare lo stemma di Gabriele De Buri.

GLI ALTRI TESORI DEL BORGO DI SAN VITO

Il Borgo di San Vito, oltre alle meraviglie sopracitate, custodisce molti altri tesori. Tra questi le signorili ville di campagna, scelte come luoghi di vacanze dalle nobili famiglie di città, Palazzo Palma di Borgofranco, una casaforte risalente al XV secolo e la Porta del Borgo Piazza, l’antico accesso al borgo, citata per la prima volta nel 1387. L’abitato sorge ai piedi dei tre castelli. Il più basso è quello dei Nove Merli, che deve il suo nome ai nove rami della famiglia Merlo, che ha posseduto il feudo di Piossasco dal 1100 al 1933. Costruito tra il 1300 ed il 1400, è l’unico dei tre manieri ad essere giunto intatto fino ai giorni nostri. L’ultima esponente dei Piossasco ad abitarlo è stata Gabriella, Contessa di None, deceduta il 16 dicembre 1933. Oggi è utilizzato come location per matrimoni e cerimonie. Il più alto è il castellaccio, risalente al X secolo. È stato distrutto nel 1693 dalle truppe del maresciallo Nicolas de Catinat.

COME PARTECIPARE ALLE VISITE

Le visite guidate vengono organizzate le ultime domeniche di aprile, maggio, giugno, settembre ed ottobre. Per informazioni visitare il sito internet dell’Associazione Corona Verde cliccando sul seguente link. Oppure visitare la pagina Facebook dell’associazione o scrivere una mail al seguente indirizzo info@coronaverdedisanvito.it.

RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NOSTRE NOTIZIE! COME?

Iscriviti alla nostra pagina Facebook L’Agenda News: clicca “Mi Piace” e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti più nemmeno una notizia! Segui e metti mi piace al canale YouTube L’Agenda News.