NOVALESA – Sarà presentata sabato prossimo 25 settembre alle ore 16 presso il salone parrocchiale di Via Ghetto la nuova guida dell’abbazia benedettina di Novalesa edita da “Il Graffio” di Borgone. Si tratta dell’ottava e ultima piccola guida dei beni faro della Valsusa curata da Piero Del Vecchio e Dario Vota. Per il progetto “Terra di confine. Percorsi tra storia e arte nelle valli di Susa”. Iniziato nell’estate del 2016 con la presentazione della guida dell’abbazia della Sacra di San Michele e proseguita con la pubblicazione di tre volumi dedicati alla storia delle valli di Susa. Poi altre sei guide per la città di Susa, il borgo medievale di San Giorio, Oulx e le sue frazioni, il valico del Moncenisio, il Forte di Exilles, le Certose di Banda e Montebenedetto.
LA GUIDA
La guida dell’abbazia di Novalesa è frutto della collaborazione di tre illustri autori. Luigi Provero, docente di storia medievale all’Università di Torino. Valeria Moratti dirigente incaricata alla Soprintendenza di Torino della tutela della Valle di Susa e di altre aree afferenti e Sofia Uggè, funzionario archeologo. Curatrice del Museo dell’abbazia e dirigente alla Soprintendenza di Torino per l’area Cuneese, Eporediese e Canavese. Alla presentazione, dopo i saluti delle autorità, interverranno gli autori.
I MONASTERI
Tra i monasteri noti della valle di Susa, l’abbazia di Novalesa è il più antico, quello che ci permette di risalire nel tempo più in profondità, fino a un momento in cui la valle era il terreno di confronto tra i regni dei Longobardi e dei Franchi. Nasce come abbazia aristocratica di confine nel secolo VIII, diviene un monastero regio nel IX, è abbandonata nel X e poi rifondata nell’XI, con una nuova attenzione prima alla realtà valsusina, poi al controllo delle strade e infine al potere signorile che poté esercitare sugli uomini della Val Cenischia. È testimone e custode, attraverso il suo patrimonio architettonico e storico artistico, archeologico e archivistico, delle varie epoche che l’hanno vista protagonista, quasi senza soluzione di continuità, dall’alto medioevo all’età moderna.
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