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giovedƬ, 10 Ottobre 2024

Una domenica in ferrata: “Il grande spettacolo della montagna anche per i bambini”

LA FERRATA DI PEREDRETTE

VALLE D’AOSTA – In genere la montagna in tutto il suo meraviglioso insieme dĆ  e toglie, dona immense gioie e profondi dolori per chi rimane, avendo perso sulle sue alture chi aveva piĆ¹ caro. Bisogna prendere la montagna comunque sempre con grande prudenza, in particolare quando ci si spinge oltre lā€™escursionismo classico, su ā€œVie ferrateā€ per esempio, (qualunque sia il loro grado di difficoltĆ ) perchĆ© esse vanno percorse con coscienza, ragione di causa, non privandoci perĆ² dellā€™adrenalina che esse ci regalano ma anche e soprattutto con tutta lā€™attrezzatura necessaria. Annotazioni utili di una ā€œneofitaā€ (Roberta Maffiodo): Per me che ero con questa (dopo la ferrata di Pracatinat) alla seconda via ferrata ā€œseriaā€, ho trovato questa ā€œVia attrezzataā€ non troppo facile in alcuni punti anche se faccio i complimenti a chi lā€™ha ideata per averla protetta egregiamente, perĆ² ci sono alcuni tratti con piccoli strapiombi che se uno ĆØ poco esperto come me, deve essere aiutato come ad esempio quando si scende con i gradini un leggero e breve salto oltre ā€œla verticalitĆ ā€ con difficoltĆ  per chi ha le gambe corte come me per arrivare da un gradino allā€™altro.

CINQUE ORE DI GITA

Premetto che ho un ginocchio lesionato e mio marito ha superato se stesso, superando questa ferrata col Parkinson (prove di montagna terapia) e nelle nostre condizioni ci siamo spinti questa volta ben oltre i nostri limiti, aiutati perĆ² da suo figlio, sua nuora e la piccola Kayla abbiamo concluso il percorso in 5 ore (nelle nostre condizioni) contro le 2,45 ore di salita e discesa, date dalla tabella di marcia. Infine (sempre come giudizio personale) ho trovato la via di discesa consigliata su ā€œAlbard di Donnasā€, contrassegnata in giallo, molto faticosa e non banale, sempre a causa della stanchezza da noi accumulata in salita, perchĆ© scende tra canali di roccia ove si nota il certosino lavoro dei montanari di un tempo che hanno intagliato e scavato con gradini in pietra quasi lungo tutto il ripidissimo percorso. Desidero a tal pro avvisare che per chi come me non ĆØ ancora avvezza ai sentieri di difficoltĆ  ā€œEEā€ di non togliersi lā€™imbragatura perchĆ© a circa due terzi del percorso (dopo essere transitati sotto le famose ā€œBarmeā€ che sono tetti di rocce sotto i quali vi sono ancora i resti di antiche costruzioni in pietra), ci si trova davanti a un masso da attraversare senza corda fissa, in diagonale verso sinistra (lato di discesa) con un salto di 20 metri sotto ai piedi per raggiungere 3 scalini in ferro che permettono poi di togliersi dai guai, ma qualcuno senza cordino di sicurezza potrebbe bloccarsi come ĆØ successo a me e sono scesa solo grazie al sostegno e aiuto di mio marito. In basso poi ove il sentiero sempre ben marcato in giallo transita accanto a reti di sostegno a picco su un bacino fluviale, bisogna scendere alcuni scalini intagliati, tenendosi ad un rudimentale tronco di sostegno, che permette di scendere definitivamente sulla strada romana delle Gallie con il suo caratteristico arco da cui si ĆØ partiti.

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