Storia dei No Tav del 1990: un telegramma per fermare l’Alta Velocità

Giulio AndreottiGiulio Andreotti

VALSUSA – La storia del Movimento NoTav del 1990.  Ai primi di gennaio in una lunga intervista il direttore compartimentale delle Ferrovie dello Stato di Torino si mostra prudente. Il dirigente parla soprattutto delle potenzialità della linea attuale. Il progetto di Alta Velocità lo vede solo in chiave di trasporto passeggeri e non va oltre il dire che l’ingresso del TGV nella rete italiana è suggestivo. Alla prudenza delle Ferrovie italiane, fa riscontro, ai primi di marzo, l’annuncio della nascita del “Comitato promotore per l’Alta Velocità sull’asse Barcellona Lione Torino Milano Trieste”. Le Ferrovie dello Stato annunciano di aver pronto uno stanziamento di 200 miliardi di lire per ammodernare ulteriormente la linea del Frejus.  Anche il governo si mantiene prudente ed in un convegno il ministro dei Lavori Pubblici, Prandini, dichiara che gli interventi come il tunnel di 51 chilometri devono coinvolgere il capitale privato. Lo Stato non ha risorse sufficienti.

IL TUNNEL COSTERA’ 2400 MILIARDI DI LIRE

L’azione di lobbing della grande finanza riesce però ad ottenere due risultati. Prima l’adesione al comitato promotore dei presidenti delle Regioni Lombardia, Veneto e Friuli, poi, a luglio, il cambio del ministro dei Trasporti. Il nuovo ministro, Bernini, è nettamente favorevole a riprendere i progetti di Alta Velocità.  Questo incontro è il vero inizio di quell’inossidabile intesa tra politica e finanza che porterà avanti il progetto al di là di ogni altra ragione. I primi dati: il tunnel sarà tra St Jean de Maurienne e Susa e costerà 2.400 miliardi, mentre l’intera linea avrà un costo di 9.000 miliardi. A giugno nel vertice di Nizza vene sottoscritta l’intesa di studiare la fattibilità del nuovo collegamento.

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IL TELEGRAMMA

A luglio il telegramma al ministero che segna l’inizio della opposizione valutando l’avvicinarsi della minaccia, dopo l’incontro del ministro dei Trasporti con il comitato promotore. Sotto l’etichetta del Coordinamento delle associazioni ambientaliste della Valle di Susa, il 15 luglio, viene inviata al presidente della Commissione Lavori Pubblici ed al Ministro dei Trasporti, un duro telegramma che formalizza il parere negativo. Il testo dice: “rifiutiamo l’ipotesi della collocazione della nuova linea ferroviaria Alta Velocità in Valle di Susa. E di una ulteriore compromissione di un territorio già penalizzato da traforo, autostrada, trasporti, linee ad alta tensione, dighe ed altro”. Di fatto è il primo atto della battaglia contro l’Alta Velocità Torino Lione non ancora Movimento NoTav.

IL COMITATO PROMOTORE

Nelle intenzioni delle autorità francesi, l’estensione della rete all’Italia, attraverso il tunnel del Moncenisio, allargherà il campo di azione alle ricche regioni padane. Per arrivare, in prospettiva, a fornire questa tecnologia ai futuri mercati dell’Est dell’Europa. Ma, in questo, si inserisce, in maniera sempre più forte anche l’interesse di Lione a sfruttare questa grande infrastruttura dello Stato per gli interessi di immagine della propria classe politica. Il sindaco di Lione viene a Torino a settembre per incontrare il sindaco Valerio Zanone. Anche i due presidenti del Comitato promotore. Brizio, nuovo presidente della Regione Piemonte e, soprattutto, Umberto Agnelli, rappresentante della parte privata.

Valerio Zanone

Valerio Zanone

LA NECESSITA’ DELL’OPERA

A novembre, una riunione di due giorni tra ministri della Comunità Economica Europea, che si tiene a Rivoli, per sottolineare la necessità del nuovo collegamento e di lanciare un messaggio che ripeterà per gli anni a venire, sostituendo poi solo il motivo di fondo del trasporto passeggeri con quello del trasporto merci. “Senza l’Alta Velocità il Piemonte è fuori dell’Europa” e “La nostra Regione deve collegarsi con il TGV per evitare l’isolamento che strangolerebbe la sua economia”. A dicembre, la Comunità Europea pubblica un opuscolo con la sintesi del “Rapporto del gruppo di lavoro per lo sviluppo di una rete europea di treni ad Alta Velocità”.

IL LIBRO

Il testo è preso dal libro di Mario Cavargna Bontosi che ha gentilmente concesso la pubblicazione: No TAV. Cronaca di una battaglia ambientale lunga oltre 25 anni. Vol. 1: 1990-2008. Edizioni Intra Moenia.

Libro NoTav

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