Le sezioni Fidapa di Torino e Valsusa riunite per la cerimonia delle candele: il messaggio per il 2018: "Dare forza alle donne per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile"

TORINO – Per il mondo delle donne della Fidapa, manager, professioniste nelle varie attività liberali, artiste, docenti, riunite in un Club mondiale che nato negli Stati Uniti a cavallo delle due guerre mondiali, ha com e scopo principale incoraggiare le donne a un continuo impegno a partecipare alla vita sociale, amministrativa e politica, adoperandosi come lobby riconosciuta a partitre dalle Nazioni Unite in giù, per rimuovere gli ostacoli di genre ancora esistenti nelle diverse società, la cerimonia delle candele è il momento topico della vita sociale della vita associativa in tutto il mondo.

Così martedi 20 febbraio le 5 sezioni torinesi dell’associazione, che in Italia conta 11.000 iscritte, si sono riuntite presso l’Unione Industriale in un evento ancheconviviale per accendere le condele, in particolare quelle rosse, dedicate ai troppi reati che vedono vittime le donne, a quella grigia, a simboleggiare quei Paesi dove la condizione femminile le pone nella società, soprattutto per motivi di fanatismo religioso ben al disotto dei diritti riconosciuti dalla dichiarazione dei diritti universali dell’uomo e quella verde, data dalla speranza di un futuro migliore. Per le donne e per la società.

Un variegato campionario di “donne pioniere che ce l’hanno fatta”, con tenacia, ma soprattutto che si sono realizzate con “passione, perseveranza, impegno e capacità”.  Elemento quest’ultimo indispensabile per raggiungere alti livelli di carriera nei diversi campi di impresa o professione. Non solo un gruppo di eleganti professioniste, alcune delle quali ormai arzille signore, un po’ agée, come ha testimoniato Emilia Bergoglio, che ha ha fatto gli onori di casa quale Presidente della Sezione di Torino. Una carriera di impegno in politica e nel sociale, che l’ha portata anche al ruolo di Assessore regionale all’assistenza, alla presidenza dell’Ordine Mauriziano, all’Ipab. Con lei le altri presidenti torinesi, Maria Teresa Rogna Fissore (Pino-Chieri),  Fulvia Pedani (TO-San Giovanni), Laura Turchi (vice della Sezione TO-Est), Gemma Amprino (Valsusa)  e Grazia Mura, presidente di tutto il Distretto Nord Ovest delle fidapine, presente anche Monica Cerutti, Assessore Regionale alle Pari Opportunità , che ha voluto ricordare come proprio dalla associazione sia partito il suo personale sulle tematiche sociali e dei diritti.

“Oggi rafforziamola nostra capacità di volare alto con lo spirito e la forza di coloro che sono venute prima di noi, mentre aspettiamo con impazienza quelle che verranno dopo di noi, ispirate dalle parole della nostra fondatrice Lena Madesin Phillips di essere un punto di svolta – è il messaggio letto dopo gli inni, inviato dalla Presidente mondiale, l’egiziana Amany Asfour – il nostro tema per il triennio è ” Dare forza alle donne per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Che vanno dal porre fine alla povertà, al garantire la sicurezza alimentare, una vita sana per tutti, un’istruzione di qualità, l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, l’accesso all’acqua pulita e alla sanità, l’energia pulita a prezzi accessibili, il lavoro dignitoso e la crescita economica, l’industria, l’innovazione e le infrastrutture, la riduzione delle disuguaglianze, le città e le comunità sostenibili, un consumo e una produzione responsabili, l’attenzione ai cambiamenti climatici e alla vita sotto il mare e sulla terra, la pace, la giustizia e le Istituzioni forti.  Dare forza alle donne e promuovere l’uguaglianza di genere è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, per cui in tutto il mondo stiamo lavorando con progetti dedicati”. 

Alle donne impegnate nella società il messaggio più forte: “Essere pioniere nel lavoro, ma anche nei sogni che si aspirano a realizzare. Mettere passione nel portare avanti gli obiettivi prefissi. Pianificare le azioni e  le strategie che servono a realizzare la propria causa.  Far tutto al meglio delle proprie capacità e continuare ad imparare dagli altri. Essere costante e perseverare lungo la strada scelta. Con con onore e senza perdere mai la speranza”.

Tutto il contrario del messaggio che certa (cattiva) politica vuol far passare. Per cui tutto è dovuto, compreso un reddito, anche senza far nulla in cambio.

Gemma Amprino lo ha ricordato in un passaggio della lettura dei discorsi: “Le donne – se vogliono – hanno una marcia in più perché sanno fare squadra: se mosse da intenti e passione comune. Se costruiscono una rete, come fa Fidapa. Camminare sapendo di non essere mai sole, verso un obiettivo”.  

Lo dice anche un proverbio africano molto citato: “Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno”. Del messaggio della presidente mondiale di BPW International (Business and Professional Women) anche un altro passaggio molto significativo però: “Non fare piccoli progetti, non hanno il potere di rimescolare il sangue”.

Per la sezione Valsusa di Fidapa, ha fatto il suo ingresso nell’associazione una new entry: la segusina Caterina Agus, antropologa, alla quale come più giovane associata presente, è stato asseganto il compito di accendere la candela verde. Quella delle speranze future.