Sant’Ambrogio: la festa di San Giovanni Vincenzo nella pandemia del Coronavirus

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S.AMBROGIO – A Sant’Ambrogio si è svolta la festa patronale di San Giovanni Vincenzo. Una domenica davvero particolare senza l’investitura del nuovo Abbà. Quest’anno in piena pandemia da Coronavirus è rimasto in carica Franco Avanzi. Niente corteo verso la Messa Solenne e la sola funzione con il rettore della Sacra di San Michele Claudio Papa. La sua è stata una presenza che ha avvicinato ancora di più il paese al monumento religioso del Piemonte. Tra i banchi, pochi  i fedeli a distanza l’uno dall’altro, il vice sindaco Silvano Barella. A casa in quarantena il sindaco Antonella Falchero.

LA STORIA DI SAN GIOVANNI VINCENZO

Nacque a Besate intorno all’anno 955. Poi come risulta dagli esami medici effettuati nell’anno 2000 durante la ricognizione delle reliquie che hanno evidenziato un’età di circa 45 anni. Quindi discepolo di Romualdo di Camaldoli fu nominato 57º arcivescovo di Ravenna sotto papa Giovanni XIV nell’anno 983 con il nome di Giovanni X. Resse l’arcidiocesi tra il 983 ed il 998 nel corso dei decenni dove l’impero era governato dalla dinastia degli Ottone.

A SANT’AMBROGIO

Poi in questo periodo, come risulta dalla storia di Ravenna, il Regno d’Italia fu unito a quello di Germania nell’ambito del Sacro Romano Impero. Gerberto di Aurillac, suo successore sulla cattedra ravennate, fu nominato arcivescovo il 28 aprile 998. Giovanni Vincenzo in quella primavera del 998 si ritirò eremita sul Monte Caprasio in Valle di Susa nelle grotte naturali presso l’abitato di Celle. Quindi all’opera di San Giovanni Vincenzo, festeggiato oggi a Sant’Ambrogio, si deve l’avvio della costruzione del grande monastero della Sacra di San Michele alla fine del X secolo.

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