Sant’Ambrogio di Torino: uno scrigno medievale ai piedi della Sacra di San Michele

Sant'Ambrogio

S. AMBROGIO – Sant’Ambrogio di Torino: uno scrigno medievale ai piedi della Sacra di San Michele. Il comune di Sant’Ambrogio, situato ai piedi della Sacra di San Michele, ha mantenuto intatto il suo fascino medievale. Deve il suo nome ai longobardi. Molto devoti al santo. Nel VI secolo costruiscono qui il loro ultimo presidio al confine con il Regno dei Franchi. L’anno 773, nell’ambito della Battaglia delle Chiuse d’Italia, è teatro di un epico scontro. A fronteggiarsi sono le truppe dei franchi comandate da Carlo Magno e quelle di suo cognato Adelchi, re dei longobardi insieme al padre Desiderio. La vittoria di Carlo Magno porterà alla dissoluzione del Regno Longobardo e alla nascita del Sacro Romano Impero. Arduino III, bisnonno della celebre Adelaide di Susa, nel 941 fonda la “Marca di Torino”. Libera così Sant’Ambrogio e la Valsusa dai saccheggi dei saraceni.

IL BORGO ALLA SACRA DI SAN MICHELE

ll Vescovo di Torino Gezone dona nel 1007 il borgo di sant’Ambrogio alla Sacra di San Michele. Passerà in modo definitivo sotto la giurisdizione dell’abbazia nel 1162 per volere di Federico Barbarossa. Gli abati, veri e propri feudatari, utilizzano il paese per due scopi. Ospitare qui i numerosi pellegrini, in quanto l’accesso alla Sacra era riservato solo a pochi eletti. Gestire i possedimenti che nella zona erano concentrati a Sant’Ambrogio e Giaveno. Nel 1164 sostano qui le spoglie dei Re Magi, fatte traslare da Milano a Colonia da Rainaldo di Dassel. Nel 1363 Sant’Ambrogio viene saccheggiata dalle truppe di Filippo II di Savoia-Acaia. Il palazzo abbaziale viene distrutto.

IL PAESE RICOSTRUITO

Entrato a far parte del Ducato di Savoia, il paese di sant’Ambrogio viene ricostruito. Le ultime due distruzioni le subirà nel 1630 durante lo scontro tra le truppe di Carlo Emanuele I e Re Luigi XII di Francia e nel 1706 durante l’assedio di Torino. Nel 1578 passa da qui la Sacra Sindone, fatta portare nel capoluogo sabaudo dal duca Emanuele Filiberto. Ancora oggi sono molti gli edifici medievali.

IL CASTELLO ABBAZIALE

Il “Castello Abbaziale” è situato sopra l’abitato di Sant’Ambrogio, alle pendici del Monte Pirchiriano. Completato nel 1176, era il luogo dove l’abate esercitava il suo potere temporale. Il 19 maggio 1363 viene distrutto dalle truppe di Filippo II di Savoia-Acaia, sostenute dall’abate Pietro III di Fongeret. Il principe sabaudo voleva vendicare il padre, esautorato da poteri e possedimenti per la sua insubordinazione a Casa Savoia. Ricostruito, viene nuovamente danneggiato nel corso dei secoli. Ridotto allo stato di rudere, diventa cava di materiali da costruzione e viene circondato da abitazioni. Dopo una completa ristrutturazione, dal 2016 ospita “L’om ‘d fer”. Questa struttura ricettiva è un albergo-ristorante. Una parte delle rovine del castello è accessibile liberamente. Dalla sua terrazza il visitatore può ammirare la Sacra di San Michele, il Rocciamelone e i paesi della bassa valle.

IL PALAZZO DEL FEUDO

Il “Palazzo del Feudo” si trova nel centro del paese. Risale al XII secolo ed è dotato di una torre ben conservata. È stata costruita nel secolo successivo. Oltrepassato l’imponente arco a tutto sesto in pietra, si accede a quello che era il broletto. I suoi due poderosi archi in pietra sono sostenuti da una colonna decorata con foglie d’acanto. Le stesse foglie le troviamo nella decorazione della bifora sul muro laterale. Nell’edificio risiedeva l’abate e chi ne faceva le veci in sua assenza.

LE TORRI E LA CHIESA DI SAN GIOVANNI VINCENZO

La città è caratterizzata dalla presenza di ben 5 torri. Oltre alla “Torre del Palazzo del Feudo” si possono ammirare le seguenti torri medievali. La “Torre Campanaria” della chiesa di San Giovanni Vincenzo. Risalente al XI secolo, è alta 37 metri. La sua cella campanaria, restaurata nel 1990, ospita un concerto di 5 campane comandate a distanza. La torre è anche sede dell’Antica Società Abbadia di San Giovanni Vincenzo. Costituita nel 1154, la sua missione è quella di proteggere le reliquie del santo, custodite nella chiesa. La guglia del campanile accompagna lo sguardo del pellegrino verso la Sacra.

LA CHIESA

L’adiacente “Chiesa di San Giovanni Vincenzo” risale alla metà del XVIII secolo. È opera dell’architetto Bernardo Vittone. Ha sostituito la precedente chiesa romanica, costruita nell’XI secolo per volere degli abati di San Michele. Questa era ormai in cattive condizioni ed inadatta a contenere la quantità di fedeli aumentata a seguito dello sviluppo del paese.

NELLA CHIESA

Nella chiesa sono custodite le reliquie di San Giovanni Vincenzo, il fondatore della Sacra. Di immenso valore il Breviario di San Michele della Chiusa, manoscritto del 1315, unica testimonianza dell’antica biblioteca dell’abbazia. È stato utilizzato per almeno tre secoli nella preghiera quotidiana. L’edificio è stato definito da Goffredo Canalis come una delle più belle chiese della Valsusa.

LE ALTRE TORRI

La “Torre Comunale di Sant’Ambrogio”. Alta 15 metri, è sede della Biblioteca Comunale. Sorge a ridosso della cinta muraria. Al suo interno è presente un ciclo di affreschi risalenti al XIII secolo. Raffigurano scene di fanciulle danzanti ed animali. Si tratta degli unici affreschi medievali a carattere profano della Valsusa che sono giunti fino ai giorni nostri. La “Torre della Cinta Muraria”. Alta 10 metri, è inglobata nella Cinta Muraria. La “Torre della Dogana”. Protetta dalla prima porta urbica, era il luogo di esazione delle tasse. La famiglia Bartolomei riscuoteva le gabelle per conto degli abati.

LA CINTA MURARIA E LE CORTI

Di notevole interesse architettonico è la “Cinta Muraria”. E’ stata fatta costruire dagli abati nel XIII secolo. Lo scopo era quello di proteggere il borgo dalle continue scorribande. Sant’Ambrogio era infatti un punto strategico molto ambito. Le quattro porte urbiche sono state demolite ad inizio XIX secolo. Della cortina rimangono oggi le porzioni nord, est e sud. Su un tratto interno del muro del lato nord e su quello est è ancora visibile il cammino di ronda con merlatura guelfa.  La cittadina è caratteristica anche per le sue “Corti”. Nel medioevo erano costituite da un edificio principale con fabbricati annessi, da una torre e da un cortile con pozzo. In una di quelle che si sono conservate fino ai giorni nostri, spicca una struttura a pianta quadrangolare di grandi dimensioni, identificata sulla base delle fonti come prigione o tribunale.

UNA VISITA GUIDATA PER SCOPRIRE LE BELLEZZE DEL BORGO

L’amministrazione comunale di Sant’Ambrogio ha organizzato una serie di visite gratuite alla scoperta del borgo. Le prossime sono previste per domenica 20 settembre. La mattina 10-12,30 e nel pomeriggio 14,30-18. L’archeologa professionista Roberta Crisarà guiderà il visitatore in un affascinante tour alla scoperta delle bellezze del paese. Si avrà così la possibilità di salire in cima al campanile e di ammirare il pregevole ciclo di affreschi all’interno della “Torre Comunale”. A partire dalle 16 si potrà assistere ad un concerto di musica medievale dal vivo.

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Per effettuare la visita guidata la prenotazione è obbligatoria e può essere effettuata inviando una mail a roberta.crisara04@gmail.com o contattando su Facebook. Ogni anno vengono organizzate due importanti manifestazioni. L’ultimo sabato di giugno si tiene la rievocazione storica de “la Battaglia delle Chiuse”. La domenica più vicina al 21 novembre, data della morte di San Giovanni Vincenzo, Sant’Ambrogio celebra la sua festa patronale. Per l’occasione vengono portate in processione le reliquie del santo, accompagnate dai membri dell’Antica Società Abbadia, muniti di alabarda. Tra i suoi membri, rigorosamente di sesso maschile, viene eletto l’Abbà. Nel pomeriggio pronuncia il tradizionale discorso a cavallo.

Testo e foto di Andrea Carnino

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