San Giorio: per la pandemia Covid non si svolgerà la Soppressione del Feudatario edizione 2020

SAN GIORIO – Per la pandemia Covid non si svolgerà la Soppressione del Feudatario a San Giorio. Ci sarà una versione social che arriva dal gruppo Facebook “San Giorio: la Festa al Castello e la festa patronale com’eravamo e come siamo”. Uno spazio di raccolta virtuale con fatti raccontati da persone di varia età, immagini di costumi. Un progetto iniziato nel 1929 e che guarda al centenario del 2029 ormai dietro l’angolo. La pandemia ha fermato obbligatoriamente tutto con la speranza che la manifestazione si possa svolgere il prossimo anno. Rimane il gusto della rievocazione della visione di immagini conservate nei cassetti di casa. Una San Giorio che non c’è più e che lotta per tornare alla normalità quanto prima.

LA STORIA

La Soppressione del Feudatario è cominciata come manifestazione nel 1929. Fu allora che per la prima volta si svolse la rievocazione storico e leggendaria sulle alture del castello medievale di San Giorio. La rievocazione storico leggendaria de “La Soppressione del Feudatario” , che si rappresenta a San Giorio nella domenica più prossima al 23 aprile (giorno della festa patronale di San Giorgio martire), rappresenta uno dei momenti più suggestivi e particolari dell’intero folklore valsusino. Questa sagra, imperniata su un evento storico riferito all’epoca medievale, è stata rappresentata per la prima volta sulle alture del castello medievale nel 1929, anno in cui l’allora parroco don Attilio Bar, descrisse il copione. La leggenda narra dell’epopea di un popolo contadino vessato di tributi ed angherie da un tirannico signorotto locale: l’estremo tentativo del despota di far valere il crudo abuso dello “ius primae noctis”, scatena la ribellione degli umili e nel lieto epilogo trionfa la libertà.

LA RIEVOCAZIONE

Una rievocazione che vede la partecipazione di un centinaio di personaggi in costume d’epoca, in cui accanto alla loro generalità di balli e a canti risalenti alla tradizione locale, spiccano le figure degli Spadonari, che eseguono la caratteristica Danza delle Spade, di fantasiosa, incerta ma comunque antichissima origine. Rimanendo del contesto della festa patronale, un posto di rilievo spetta indubbiamente al dolce tipico del paese: il Canestrello. Preparate secondo antiche ricette, tramandatesi di generazione in generazione, e cotti in particolar i ferri e rigorosamente sul fuoco a legna, i Canestrelli lasciano in bocca l’inconfondibile gusto della genuinità.

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