MOMENTO CULTURALE A RUBIANA
RUBIANA – Il libro racconta la toccante e straordinaria storia dell’autore, nato e cresciuto nel villaggio di Om Saleh, nel Delta del Nilo. Da una difficile infanzia in Egitto, Kasem ha affrontato undici pericolose traversate del Mediterraneo per inseguire il sogno di diventare cittadino italiano. Le sue esperienze, che includono numerosi tentativi di arrivare in Italia, la vita da profugo e l’incarcerazione, sono testimonianze di una vita vissuta nell’incertezza e nella speranza. L’autore non parla solo delle traversate fisiche, ma anche di due traversate simboliche che hanno segnato profondamente la sua vita: un grave incidente sul lavoro e il successivo arresto, otto anni dopo il suo arrivo in Italia, dovuto al suo precedente stato di clandestinità. Nonostante fosse ormai integrato, con una famiglia e una vita stabile, Kasem si è ritrovato di nuovo in carcere. La sua maggiore paura, però, non era la prigione, ma il giudizio della moglie e della famiglia, facendolo sentire, ancora una volta, straniero in un paese in cui aveva costruito la sua vita. Il libro porta un messaggio potente: per comprendere davvero cosa significhi essere clandestino, bisogna vivere quell’esperienza in prima persona. Kasem vuole sensibilizzare i giovani sulla realtà di chi affronta queste sfide, spesso invisibili e incomprese.
LE RIFLESSIONI
Durante l’evento, il sindaco di Rubiana, Rossella Cogerino, ha sottolineato l’importanza di progetti di integrazione, ricordando che la diversità non deve far paura. Ha aggiunto: “Sono profondamente convinta che la conoscenza rappresenti l’arma più efficace contro la diffidenza e la paura delle diversità e delle novità. La nostra amministrazione sarà sempre al fianco di iniziative come questa, che offrono preziose opportunità di riflessione, di empatia e di crescita personale. Eventi come la presentazione del libro di Kasem Mohamed Ibrahim non solo ci permettono di entrare in contatto con storie umane straordinarie, ma ci invitano anche a guardare dentro noi stessi con occhi diversi, aprendo le porte a una maggiore comprensione e inclusione nella nostra comunità. Grazie alla Fondazione Geos ETS per aver reso possibile questa significativa occasione“.
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