Rocciamelone: il rifugio in vetta utilizzabile solo in caso di emergenza

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MOMPANTERO – La Giovane Montagna, sezione di Torino, che da sempre gestisce il Rifugio Santa in Maria in vetta al Rocciamelone ha dovuto spogliare il ricovero. Spiegano. “Dal nostro bivacco Santa Maria in vetta al Rocciamelone sono stati rimossi materassi, coperte e tutte le altre dotazioni, avendone ripetutamente riscontrato un uso non rispettoso verso la proprietà e verso gli altri utenti. L’accesso equivale inoltre all’assunzione per l’utente del rischio di contagio da Coronavirus e dunque il bivacco rimane utilizzabile solo in caso di emergenza“. Il rifugio è addossato alle rocce in vetta del Rocciamelone, sul versante sud. A pochi metri al di sotto della cima. Da li si gode il panorama  su tutto l’arco alpino nord-occidentale.

LA STORIA DEL RIFUGIO

La prima ascensione del Rocciamelone risale al 1 settembre 1358 ad opera di Bonifacio Rotario d’Asti. Sulla vetta, ritenuta fin dai tempi più remoti una montagna sacra. Venne eretta nel 1899 una grande statua in bronzo dedicata alla Madonna. Realizzata grazie alle offerte di 130mila bambini di tutte le regioni d’Italia. Dopo la posa di alcuni ricoveri di fortuna, nel 1915 la Giovane Montagna, da poco fondata, venne interessata da un progetto di costruzione di una cappella-rifugio in vetta. Alla fine della prima guerra mondiale, con il suo presidente e fondatore Milanesio, l’associazione fu impegnata a dirigere l’esecuzione dei lavori iniziati nel 1920. Su progetto del socio architetto Reviglio. La cappella-rifugio venne inaugurata il 12 agosto 1923. Costituendo attualmente il santuario più alto d’Europa.

LA RISTRUTTURAZIONE

Negli anni dal 1980 al 1990, a cura della Diocesi di Susa, Associazione Nazionali Alpini Valsusa e Giovane Montagna, l’intera opera è stata oggetto di un notevole piano di ristrutturazione. Questo per risanare le parti più danneggiate nel tempo. Il fabbricato è in muratura con copertura in formelle di acciaio inossidabile. Comprende al centro una piccola cappella comunicante, sul lato di ponente, con un vano adibito a sacrestia ed alloggio per i sacerdoti che salgono in vetta per le funzioni religiose. Sul lato ad oriente, con ingresso dal piazzale antistante, sorge il rifugio.

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