La Regione blocca per tutto il mese di novembre la caccia nei comprensori interessati dagli incendi. Lo stop in Bassa Valsusa e Valsangone

TORINO – Un po’ di fiato per la fauna selvatica, stressata dagli incendi che colpiscono le Valli alpine piemontese, viene dalla  Giunta Chiamparino, che su proposta dell’Assessore Giorgio Ferrero, non senza critiche da parte di chi ha definito il provveddimento “eccessivo e punitivo” – come il consigliere Vignale –  nel corso della seduta straordinaria di ieri  31 ottobre al termine della seduta antimeridiana del Consiglio, ha disposto la sospensione della caccia nei Comprensori Alpini colpiti dagli incendi e nelle aree limitrofe.

“E’ una decisione che abbiamo voluto assumere per non intralciare il lavoro di chi opera nelle zone degli incendi e per tutelare la fauna selvatica – ha dichiarato l’Assesore alla caccia Ferrero – Siamo convinti che l’eccezionalità della situazione, drammatica per la vasta area toccata e per le condizioni di rischio in cui si sono trovate migliaia di persone ed i loro beni, porterà tutti noi a concorrere perché le zone colpite escano il più presto possibile dalla emergenza. Per questo sarebbe utile che l’esercizio venatorio si limitasse il più possibile già da domani, anch eper non intralciare le operazioni di bonifica che continueranno per giorni finché non arrivasse la attesa pioggia risolutiva”.

La delibera presentata da Ferrero, raccoglie le segnalazioni giunte dalla Città Metropolitana di Torino e dalla Provincia di Cuneo, ma anche da parte del mondo ambientalista, e dispone che la sospensione durerà fino al 30 novembre, con possibilità di modifica per la situazione di rischio e l’andamento climatico, nei comprensori alpini CATO1 (Valli Pellice, Chisone e Germanasca), CATO3 (Bassa Valsusa e Val Sangone), CATO5 (Valli Orco, Soana e Chiusella), CACN2 (Valle Varaita) e CACN4 (Valle Stura).

Fino al 10 novembre non si potrà in ogni caso cacciare nei comprensori alpini CATO2 (Alta Valsusa) e CATO4 (Valli di Lanzo) e gli ambiti territoriali ATCTO1 (Eporediese), ATCTO2 (Basso Canavese) e ATCTO3 (Pinerolese).

Il provvedimento, che fa seguito a quello assunto venerdì scorso dopo la proposta di sospensione avanzata proprio dallo stesso dal CATO3 della Valsusa e Valsangone riguarda oltre 6.200 cacciatori, ovvero oltre un quarto di quelli piemontesi, e l’area interessata supera i 538.000 ettari.

I vincoli di legge sulle aree percorse dal fuoco

La legge quadro sugli incendi boschivi, la L. n°353/2000 prevede che  “le aree percorse dal fuoco nell’anno precedente – siano – rappresentate con apposita cartografia”.  Queste aree,  zone boscate ed i pascoli “i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni”. E sono “altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia“.

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