La Regione Piemonte impegnerà nei prossimi due anni circa 200 milioni di euro nella lotta alla povertà

La Regione Piemonte, per rafforzare l’impianto complessivo delle politiche sociali, nei prossimi anni continuerà nell’impegno per la lotta alla povertà in tutti i suoi aspetti, la riduzione delle forme di disuguaglianza e disagio abitativo e la definizione di sistema integrato socio-sanitario.

Come ha illustrato l’assessore Augusto Ferrari nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 26 marzo, “Per l’applicazione di tutte le misure previste possiamo avere a disposizione per il 2018 e il 2019 circa 200 milioni di euro di fondi regionali, statali ed europei. Siamo la prima Regione italiana ad avere attivato questo strumento, che è il mezzo con cui gli enti locali, i consorzi socio-assistenziali e il terzo settore potranno accedere ai fondi nazionali previsti per la lotta alla povertà. Stiamo andando nella direzione giusta – ha proseguito Ferrari – e in un momento politico nel quale gli strumenti di contrasto alla povertà sono al centro del dibattito, qui siamo già partiti. Si affrontano la non autosufficienza in coordinamento con le Asl, il contrasto alla povertà, il sostegno alle famiglie e all’abitare, e il nuovo servizio civile, grande mezzo per l’inclusione attiva dei giovani”.

Il Piano povertà

Rappresenta l’atto di programmazione 2018-2020 dei servizi necessari per l’attuazione del Reddito di Inclusione (ReI).

Diverse le azioni previste: collaborazione e cooperazione tra gli enti competenti all’attuazione del ReI; avvio delle attività della Rete della protezione e dell’inclusione sociale quale organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali; accordi territoriali tra gli enti gestori e gli enti competenti per l’inserimento lavorativo, l’istruzione e la formazione, le politiche abitative e la salute finalizzati alla realizzazione di un’offerta integrata di servizi; definizione di ambiti territoriali di programmazione omogenei per il comparto sociale, sanitario e delle politiche del lavoro; attivazione della strategia di innovazione sociale “WE.CA.RE. – Welfare Cantiere Regionale”, con la quale la Regione si assume la responsabilità di “saldare” il suo ruolo di regia nella programmazione ordinaria dei servizi; sperimentazione di uno strumento di politica attiva del lavoro dedicato alle persone definite “non occupabili” o “difficilmente occupabili” e di percorsi innovativi rivolti alle persone senza dimora; presentare proposte di intervento per il contrasto alla grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora da finanziare con i fondi nazionali ed europei disponibili; rafforzare i servizi sociali dando priorità alle funzioni che permettono di dare concreta attuazione ai processi individuati dal ReI (a questo proposito, si ritiene prioritario assicurare un numero congruo di assistenti sociali, quantificabile in almeno uno ogni 5.000 abitanti come dato di partenza nel primo triennio). Le azioni avranno complessivamente una durata di tre anni e dovranno trovare continuità negli anni successivi.

Il Reddito di inclusione.

Questa forma di contrasto alla povertà basata sulla valutazione della condizione economica e composta da un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica, e un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa ha riscosso al 31 gennaio scorso 8.143 domande di accesso, presentate soprattutto da famiglie con almeno un minore a carico o un lavoratore ultra55enne disoccupato.  Le domande presentate da cittadini italiani sono state il 68%, mentre l’8% sono pervenute da cittadini di altri Paesi europei ed il 24% da extracomunitari. Poco più della metà sono già state accolte. “Dal 1° luglio prossimo – ha ricordato Ferrari – potranno accedervi anche le persone sole”.

Politiche per l’abitare.

La Regione intende intervenire sulle disuguaglianze abitative, in particolare contrastando le forme di disagio e promuovendo una nuova programmazione strategica basata su due principi cardine: mettere al centro la persona e non la casa.

Nuovo patto per lo sviluppo della comunità.

Per costruire un sistema di politiche più adeguate all’evoluzione dei bisogni sociali, la Regione intende agire sull’asse della promozione, che vede la persona dentro il proprio contesto sociale e culturale come soggetto attivo, con il quale e per il quale bisogna creare le condizioni possibili più adeguate per la sua piena cittadinanza, e sull’asse della cura, per evitare che la persona in una condizione di permanente non autosufficienza venga a trovarsi in una condizione di esclusione sociale. L’idea fondamentale è far convergere nello stesso ambito territoriale di programmazione, i distretti della coesione sociale, tutte le politiche che concorrono alla costruzione della coesione sociale: servizi sanitari, politiche sociali, politiche attive del lavoro, politiche per l’abitare. In questo senso verrà elaborato e discusso un atto formale della Regione, che, in accordo con Anci Piemonte, definisca l’identità di questi distretti e dia piena legittimità alla loro azione.
La Regione intende inoltre emanare un provvedimento di applicazione omogenea sul territorio dell’Isee, compresa la definizione di soglie minime di esenzione, per impedire l’instaurarsi di situazione di disparità di trattamento.

Integrazione socio-sanitaria.

L’obiettivo prioritario è definire un disegno di legge che istituisca il Sistema integrato regionale socio-sanitario, per garantire ai cittadini, tramite percorsi condivisi e pienamente omogenei in tutto il Piemonte, una presa in carico secondo una progettualità personalizzata, partecipata e congiunta tramite una effettiva integrazione tra i comparto sanitario e sociale, l’istituzione di un fondo regionale socio-sanitario, uno schema comune di convenzione tra enti gestori e Asl, il ricorso a voucher socio-sanitari regionali a sostegno della domiciliarità per persone non autosufficienti in lungoassistenza, la revisione normativa sulla residenzialità e semiresidenzialità a favore delle persone disabili, la predisposizione di linee guida per l’applicazione dei nuovi Lea, livelli essenziali di assistenza.

Protezione dell’infanzia.

L’obiettivo è promuovere condizioni idonee alla crescita, a prevenire i rischi che possono ostacolare il percorso di sviluppo e a preservare e proteggere la salute e la sicurezza del bambino e della sua famiglia. Verranno pertanto potenziati i Centri per le famiglie e approvato un documento per il sostegno dei genitori in situazione di fragilità, anche per prevenire l’’allontanamento dei minori.

Servizio civile.

Il carattere di universalità conferito dal legislatore permette di connotare il Servizio civile quale strumento principe nella definizione delle politiche di accompagnamento dei giovani verso l’età adulta e di elevare la misura a vera e propria “logica di sistema”. Si tratta infatti di un’opportunità di cittadinanza attiva che prescinde dallo specifico settore progettuale entro cui si svolge l’esperienza, per abbracciare tutti i processi di inclusione sociale.