Quando il Coro Primavera di Susa cantò in concerto per il venerabile Silvio Disegna

SUSA – E’ il 27 maggio 2004: Concerto d’eccezione per i 25 anni del Coro Primavera. Tra i tanti freschi e spensierati sorrisi, ad un tratto appare il viso pensoso, di un ragazzo che polarizza l’attenzione da un ritratto a grandi dimensioni, E’ quello di Silvio Dissegna, un bambino di Poirino, morto dodicenne nel 1979, dopo grandi sofferenze accettate con fede eroica, illuminata da un perenne sorriso. Un ragazzo “santo”. La sua vicinanza è palpabile.

I RAGAZZI DEL CORO

I “Primaverini” hanno visitato l’anno scorso la sua tomba, hanno visto i suoi luoghi natali, la sua casa. La sua presenza, resa magistralmente da quest’opera grafica del professore segusino Giancarlo Sibille, interprete attento dei tratti fisici e dell’anima di Silvio, apre le pagine più profonde del Coro. Quelle su cui sono scritti gli esempi di vita, le proposte educative, le mete di crescita, morale e spirituale, gli incontri che non si dimenticano, come quello con i genitori di Silvio che ora sono presenti a questa serata dove il loro figlio è ricordato con un commovente canto dal titolo “Silvio, fratello mio” che richiama nel ritornello: “Tu sei nato per donare, tu sei nato per amare” tutta la sua grandezza e l’impegno della sua giovane vita. Un momento particolarmente intenso, questo, come quello del ringraziamento dei genitori commossi, anche per il dono del quadro da parte dell’artista.

Silvio Dissegna

CHI È SILVIO DISSEGNA

Nasce all’ospedale di Moncalieri, nella città metropolitana e diocesi di Torino, il 1° luglio 1967. È il primogenito di Ottavio Dissegna, operaio alla Fiat, e di Gabriella Martignon, impiegata. Trascorre la prima infanzia in un clima sereno, impegnandosi a rendersi utile ai suoi genitori. Ama giocare con gli amici e con Carlo, suo fratello minore. Con lui riceve la Prima Comunione il 7 settembre 1975, presso il pilone votivo dedicato a san Pio X, eretto vicino alla loro casa di Poirino per devozione dei genitori, entrambi di origine veneta come quel Santo pontefice. Il Sacramento ricevuto irrobustisce l’intesa tra Silvio e il Signore Gesù, al quale ha imparato a rivolgersi nella preghiera. Frequenta le elementari alla scuola «Paolo Gaidino» di Poirino, dove si distingue per l’impegno che mette in ogni cosa. I suoi quaderni sono pieni delle descrizioni della natura, dei giochi, della vita familiare e dei propositi per l’avvenire. In un tema datato 13 marzo 1976, quando è in terza elementare, scrive di voler fare il maestro «perché mi piace insegnare agli altri» e il calciatore come Sergio Gori della Juventus, il suo preferito.

CARA MAMMA

Nel Natale 1977, la mamma gli regala una macchina da scrivere. La prima frase che compone è. «Cara mamma, ti ringrazio di avermi messo al mondo, di avermi dato la vita che è tanto bella! Io ho tanta voglia di vivere…». Nella primavera del 1978 comincia a lamentarsi di un dolore continuo alla gamba sinistra. Il 10 aprile viene ricoverato all’ospedale di Moncalieri. Un mese dopo, il 13 maggio, arriva la diagnosi: neoplasia ossea al bacino sinistro. Silvio non ha terminato la quinta elementare e non ha ancora undici anni, ma capisce lo stesso quello che gli è capitato. Cerca di non disperarsi: si affida alla volontà di Dio e alla materna protezione della Madonna. Il 21 maggio 1978, già in carrozzella, riceve la Cresima nella parrocchia di Santa Maria Maggiore a Poirino, insieme ai suoi compagni di scuola. Mentre le sue condizioni si aggravano e i dolori sono fortissimi, chiede di ricevere ogni giorno Gesù Eucaristico.

IN OSPEDALE

Dal giugno 1978 al gennaio 1979 va e torna dall’ospedale «Gustave Roussy» di Parigi, con la speranza di ottenere la guarigione, ma le cure non hanno gli esiti sperati. Comincia a offrire ogni giorno le sue sofferenze per uno scopo: per il Papa, per la Chiesa, per la conversione dei peccatori. Non si separa mai dalla sua corona del Rosario, che è del tipo con le decine colorate in corrispondenza dei cinque continenti, ovvero il Rosario Missionario. Accoglie tutti con un sorriso, consola i genitori e il fratello, dà coraggio ai medici che si sentono impotenti. Quanti gli si avvicinano, sentono in lui la presenza di Dio. Nella primavera la malattia avanza: dal marzo 1979 non si alza più dal letto. Il 10 giugno 1979 Silvio perde anche la vista. Anche se a volte si lamenta, paragona quello che prova alle sofferenze di Gesù. Per avere ancora più sostegno, chiede insistentemente la Santa Comunione.

LA BEATIFICAZIONE

Riceve l’Unzione degli infermi il 24 settembre 1979: lo stesso giorno, alle 21:20, rende l’anima a Dio. Dopo i funerali, la sua salma viene sepolta nel cimitero di Poirino. Il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione porta la data del 7 marzo 1995. Il processo diocesano, intanto, era stato aperto l’8 febbraio 1995; si è concluso il 26 ottobre 2001. L’8 novembre 2002 gli atti del processo hanno ottenuto la convalida giuridica. La “Positio super virtutibus”, consegnata nel 2010, è stata esaminata dai Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, che il 5 novembre 2013 hanno dato parere positivo, confermato successivamente dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione. Il 7 novembre 2014, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Silvio Dissegna è stato dichiarato Venerabile. Dal 23 novembre 2019 i suoi resti mortali riposano nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Poirino, la sua parrocchia.

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