Qualità dell’aria, Uncem: necessarie misure regionali differenziate per le aree montane

Valsusa

TORINO – Qualità dell’aria, Uncem: necessarie misure regionali differenziate per le aree montane. Bloccare gli euro 5 complica i rapporti tra territori. Su abbruciamenti e mobilità, la montagna ha bisogno di misure ad hoc nel quadro del Piano regionale della qualità dell’aria. Lo ha detto oggi il Vicepresidente Uncem Piemonte Matteo Passuello, Presidente dell’Unione montana Biellese orientale, al tavolo promosso dall’Assessore all’Ambiente Matteo Marnati. Uncem ha espresso solidarietà ai rappresentanti di Regione e Comune di Torino indagati per non aver fatto abbastanza per contrastare l’aumento di inquinanti. “Ho ribadito che la montagna ha bisogno di provvedimenti diversi da quelli per le aree urbane. – spiega Passuello – Per esempio non si possono bloccare gli abbruciamenti in bosco, quale anche misura per prevenire gli incendi. La montagna piemontese è l’unica area fuori dalla procedura di infrazione europea. E questo deve permettere differenziazione dei provvedimenti. A partire da quelli sulla mobilità.


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UNCEM E REGIONE PIEMONTE

Dopo aver tagliato le ferrovie, considerate ‘rami secchi’, non potremo raggiungere Torino e i Capoluoghi con le auto Euro5. Questo è grave – prosegue Passuello – e va a minare i rapporti tra territori. Per contrastare l’inquinamento servono visione e misure sul medio periodo. Anche volte a individuare nuovi moderni sistemi di trasporto su rotaia, capillari. Riattivando le ferrovie abbandonate. Al posto di trasformarle in piste ciclabili, rendiamole di nuovo fruibili. Evitiamo lo smantellamento investendo risorse anche nei territori dove vi sono meno passeggeri, ad esempio con treni a idrogeno. L’assessore Marnati è sensibile su questo fronte e Uncem conferma la disponibilità a lavorarci“. Uncem ha apprezzato l’impegno della Regione, con 1,8 milioni di euro a bando per la sostituzione delle caldaie a biomasse. Bene l’incentivo solo per quelle con ‘5 stelle’ e necessario il provvedimento per l’uso solo di pellet certificato A1. Farlo in Piemonte, con una filiera da incentivare, permetterebbe di importare meno pellet e non gravare sull’ambiente con enormi costi di trasporto, ambientali ed economici.

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