Sant’Antonino: la prima unione civile ha visto sposi Massimo e Francesco

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S.ANTONINO – Prima celebrazione di un’unione civile a Sant’Antonino, in Sala Consiliare. Davanti al sindaco Susanna Preacco, Massimo e Francesco, quest’ultimo santantoninese, salutati dai parenti e dagli amici. Presente anche l’orchestra “Geronto Blues Band” dell’Associazione “L’Iniziativa di Rivalta” della quale Massimo è cantante.

Molta commozione da parte dei due sposi e di coloro che li hanno accompagnati in municipio. Lo stesso primo cittadino non ha nascosto la propria emozione. “Anch’io mi sono commossa, perché è la prima volta che si celebra a Sant’Antonino una unione civile. Ringrazio gli sposi Francesco e Massimo che hanno scelto il nostro paese. In questa circostanza confermiamo la nostra vocazione quale luogo di accoglienza e integrazione“. Prima della conclusione della cerimonia Massimo ha voluto dedicare a Francesco la canzone “Echi d’Infinito” di Antonella Ruggiero. Interpretata per l’occasione dalla loro amica Giulia. Altro gesto significativo è stato il dono delle bomboniere che i due sposi hanno consegnato agli invitati e testimoni.

PRIMA UNIONE CIVILE A SANT’ANTONINO

L’unione civile è il termine con cui nell’ordinamento italiano si indica l’istituto giuridico di diritto pubblico comportante il riconoscimento giuridico della coppia formata da persone dello stesso sesso. Quindi finalizzato a stabilirne diritti e doveri reciproci. Tale istituto estende alle coppie omosessuali gran parte dei diritti e dei doveri previsti per il matrimonio, incidendo sullo stato civile della persona. Le parti che costituiscono l’unione civile possono stabilire di assumere, per la durata dell’unione civile stessa, un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. Poi la parte può anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome. Se diverso, facendone dichiarazione all’ufficiale di stato civile.

Con la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dall’unione civile deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni. Quindi le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune. A ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato.