Parziale modifica della circolare Gabrielli: introduce una distinzione tra eventi in base al numero di partecipanti

È stata pubblicata ieri, mercoledì 18 luglio, la Direttiva del Ministero dell’Interno, che modifica la Circolare Gabrielli e gli altri provvedimenti in materia di sicurezza e organizzazione delle manifestazioni pubbliche.

I Sindaci di tutt’Italia, in particolare quelli dei piccoli Comuni, assieme a Uncem e alle altre Associazioni degli Enti locali, sin dalla fine del 2017 avevano chiesto al Governo e al Parlamento di intervenire per modificare i dispositivi emanati dopo i fatti tragici di piazza San Carlo, costringendo anche le iniziative di piccole dimensioni – dalle sagre alle processioni, sino alle rievocazioni storiche – ad aumentare il carico e gli impegni relativi alla sicurezza dei partecipanti, con un notevole aggravio di costi. In molti casi – avevano denunciato i Sindaci – erano state annullate, con effetti ancora sui prossimi mesi, manifestazioni e iniziative, non avendo risorse disponibili per complessi piani di safety e security.

Uncem ha condotto, nei mesi scorsi, diversi corsi di formazione, aggiornamento e confronto per operatori, personale dei Comuni e Sindaci, dai quali era emerso – in accordo con Unpli, l’Associazione delle Pro Loco d’Italia – la necessità di un ulteriore provvedimento interpretativo delle Circolari Gabrielli e Curcio che è arrivato oggi, con una parziale semplificazione introdotta.

La Direttiva firmata da Matteo Piantedosi non elimina infatti la necessità di pianificazione e stesura di piani di emergenza, che restano obbligatori e neppure la necessità di personale formato, addestrato e qualificato. Non elimina la necessità di informare, da parte degli organizzatori, i cittadini parte della manifestazione. La Direttiva lo ribadisce in diversi punti: servono piani, procedure, personale qualificato.

La Direttiva introduce una distinzione tra eventi in base al numero di partecipanti previsto dagli organizzatori, che di conseguenza devono adottare o meno provvedimenti per ridurre rischi e criticità.

Tipologia dell’evento, numero di partecipanti, conformazione del luogo sono i tre pilastri sui quali poggiano le regole contenute nella Direttiva, la quale fa comunque riferimento ai Decreti ministriali sulle manifestazioni approvati nel 1996.

Capienza dell’area, divisione in settori, organizzazione della protezione antincendio, piano di evacuazione, presenza di operatori di sicurezza, sono i principali aspetti descritti nella Direttiva di oggi, per la quale i tecnici incaricati dai Comuni e dagli altri organizzatori degli eventi dovranno comunque adottare specifiche misure.

“Registriamo positivamente l’introduzione di parziale flessibilità – precisa Marco Bussone, Presidente nazionale UncemVi è uno sforzo, che apprezziamo, per rendere più chiara la normativa, la legge vigente, per rendere omogenea l’applicazione sul livello nazionale, senza eccessivi giudizi discrezionali delle Commissioni per la sicurezza pubblica. Sui ‘casi particolari’ di cui al punto 10 della Direttiva, dovremo fare attenzione alle interpretazioni e alle implicazioni di questo riconoscimento di particolarità. Sulle ‘manifestazioni dinamiche’, come i cortei storici e le processioni, è importante non sia più richiesta l’inapplicabile suddivisione in settori. Resta comunque la necessità di avere piani di sicurezza, come previsto dal punto 7 della Direttiva di oggi, con relativi professionisti da pagare e dunque costi che chiediamo, in sede di legge di bilancio 2019, vengano stralciati dal ‘pareggio di bilancio’ per Comuni e aggregazioni sovracomunali”.