E’ morto il grande artista Tino Aime: le sue incisioni arte e cultura montana

GRAVERE – E’ morto il grande artista Tino Aime. “Se avessi assecondato le aspettative di mio padre avrei fatto il lattaio. Ma quell’attività, non mi attraeva affatto. Al tempo, uno che si chiamasse Aime, e fosse originario di Roaschia, era predestinato, finiti i tempi dei pastori e delle transumanze, ad avere a che fare con latte e derivati” così parlava della sua vita il grande artista valsusino Tino Aime delle sue origini. Tino Aime nacque nato a Cuneo nel 1931 e risiedeva a Gravere, in Valsusa. Dopo aver frequentato la Libera Accademia di Torino sotto la guida di Idro Colombi iniziò ad esporre come scultore per poi dedicarsi alla pittura e alla grafica di cui fu interprete conosciuto anche in campo internazionale. Amico di scrittori e poeti che gli dedicarono pagine letterarie raccolte nel volume “Caro Tino… lettere ad un amico pittore”.

UNA LUNGA CARRIERA

Iniziò ad esporre nel 1963 e conseguì riconoscimenti in Italia, Francia, Romania e Stati Uniti. In Provenza ha inciso e dipinto il mondo di Federico Mistral: le sue opere sono state esposte in una mostra itinerante nei musei di Gap, Marsiglia, Digne, Draguignan, Aix en Provence e Nizza. Dal 1983 le sue opere sono presenti sul prestigioso catalogo Prandi di Reggio Emilia. Nel 1997 la Provincia di Torino ha realizzato un calendario interamente dedicato alla grafica di Aime. Realizzò il bozzetto per il francobollo commemorativo di Galileo Ferraris emesso il 7 febbraio 1997. La Regione Piemonte gli dedicò una personale nel 1992 nel Palazzo della Regione a Torino. Nel 1997 ha realizzato il dipinto per il Palio di Susa e il bozzetto per il biglietto della Lotteria Italia Susa-Moncenisio.

 

LO STILE

Acquerelli, stampe, chine, tempere e sculture…materiali plasmati per rendere l’idea il sentimento delle terra, dei villaggi e degli uomini che li abitano. Tino Aime creava quadri parlano, raccontano, ma sono fatti di silenzio. I suoi paesaggi sono stati d’animo, sussurri, suoni echi di montagna. Le sue macchie di colore sono forme e tracce. Sono i passi del suo lungo cammino nel mondo dell’arte lasciano un segno negli occhi. I lavori di Tino Aime: incisioni, sculture, dipinti, nature morte e periferie urbane, case e colline, nevicate e animali, ritratti di vecchi e bambini sono stati per sessant’anni una scoperta meravigliosa e sempre rassicurante.

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