Giaveno: Marongiu si candida Sindaco per il 2019. L’intervista

 GIAVENO – Sarà stato il clima elettorale che ha riguardato diverse città limitrofe, come Avigliana, Trana e Valgioie. Ma a Giaveno c’è già chi parla delle amministrative del 2019, quando la Città andrà al voto per rinnovare il Sindaco e il Consiglio comunale. Ad avanzare la propria candidatura, nell’area del centrosinistra, è Mirko Marongiu, classe ’76, attivo in politica fin da giovanissimo, attualmente nella Commissione Statuto e valori del Partito Democratico regionale. Fondatore dell’associazione culturale “Altera – Generatore di pensieri in movimento”, ne è stato il Presidente dei Garanti. È tra i fondatori di Ateniesi e nel blog ha coordinato le questioni relative a diritto, economia e politologia.

Prima di parlare di Giaveno, ci può fare una riflessione sulle ultime amministrative?

L’astensione è il dato che più preoccupa. Parlando del Pd, e lo dico da renziano, probabilmente c’è stato un approccio sbagliato nella comunicazione con i cittadini. È chiaro quanto sia importante sapersi porre come interlocutore con essi, coinvolgendoli in un processo di costruzione di una proposta politica.
D’altronde non vanno confusi i dati territoriali con quelli nazionali. Inoltre, di quel che ci consegnano le amministrative occorre saper scindere i dati dai fatti politici. Certamente si vede un trionfo delle liste civiche. Pertanto a Giaveno l’ideale sarebbe una lista civica, perché non si può avere soltanto una lista Pd. Bisogna essere in grado di coinvolgere la società civile e tener conto che non tutti si riconoscono in quel simbolo. Ecco, si potrebbe parlare di una lista civica d’ispirazione Pd.

Lei parla di “alternativa a un certo modello di centrodestra”, un proposito che in tanti hanno cercato di realizzare. I tempi sono maturi secondo lei?

Certamente con le elezioni del 2014 c’è stata una rottura con il passato. L’attuale Amministrazione con Carlo Giacone ha posto una visione diversa di Giaveno. Mentre per quel che riguarda la sinistra giavenese, le elezioni ci hanno consegnato dei risultati disastrosi per il Pd, soprattutto se paragonati allo stesso risultato, ottenuto sempre a Giaveno, del Pd alle elezioni europee. Il tutto era sfociato in una polemica, che aveva anche interessato i giornali.
I tempi possono essere maturi, se si è in condizioni di porsi come obiettivo la costruzione di un’alternativa plausibile. Una simile proposta, però, richiede tanto lavoro sul territorio. Perché Giaveno ha una dinamica con un centro e molte borgate, che non si possono ignorare. In più esiste una Giaveno che non vive la Città, ma in essa soltanto vi risiede. Lavora, invece, a Rivoli, a Orbassano o a Torino. È una Giaveno che ha bisogno di servizi ed è anche un pezzo di elettorato che non si può trascurare.

Come intende portare avanti la costruzione del programma dal basso?

Incontrando e ascoltando i cittadini. Giaveno non ha bisogno di un programma ideale scritto in mezz’ora. Ha bisogno di un programma aderente ai bisogni dei giavenesi. Perché se si vuole vincere occorre comprendere e metabolizzare quali sono le necessità dei cittadini. È il compito della politica: partire dal basso per arrivare a una proposta che sia condivisa e votabile.

Ci indichi tre priorità per Giaveno

La questione della viabilità, che è stata dibattuta più volte. Infatti, se si transita in centro alle 5 del pomeriggio Giaveno è peggio che Torino. C’è poi la questione dei servizi e della vivibilità nelle borgate: le fognature, la copertura telefonica o il digital divide. Ci sarebbe anche la possibilità di incentivare l’insediamento di aziende e attività produttive sul territorio. È possibile per un giavenese ambire a un posto di lavoro vicino? Chiaramente con ciò non intendo dire che si debba trascurare il commercio o che esso sia secondario! Vanno attuate delle politiche integrate: se si intende diventare attrattivi per l’impresa va coltivata anche la mobilità in senso ampio, dato che Giaveno non è vicina a degli snodi importanti come può essere invece Avigliana.
Infine, Giaveno è la più grande città fra la Valsusa e la Val Sangone, di quest’ultima si pone come comune principale, un “capoluogo”. Pertanto deve aspirare a ricoprire un ruolo di maggior rilievo nella Città Metropolitana. Non ci si può chiudere entro le mura cittadine e non coltivare rapporti con le altre città delle valli e soprattutto con Torino. Giaveno deve aspirare almeno ad avere un rappresentante nel Consiglio metropolitano.

Si parla di coalizione, il Pd guarderebbe alla sua sinistra o verso il centro?

Innanzitutto sottolineo che parlo di centrosinistra senza trattino e orientato, guardando i dati locali elettorali, verso il centro, verso i moderati. Naturalmente essendo il Pd la realtà più strutturata esso dovrebbe ricoprire il ruolo di centro in un’ipotetica coalizione. Il che non significa prescindere da un rapporto paritario con gli alleati, perché la politica si basa sul dialogo

Che profilo immagine per il Pd su Giaveno?

Un Pd completamente differente da quello attuale. Occorre un Pd che sia un terzo includente, che non si faccia limitare dagli schemi di destra e sinistra. E soprattutto che non si chiuda nell’elitarismo. Perché se qualcuno pensa che le problematiche di Giaveno siano certi esponenti politici, ha qualche problema di approccio con la politica. Forse occorrerebbe chiedersi perché per più di vent’anni un’area politica ha sempre vinto a Giaveno. E occorrerebbe darsi una risposta non semplicistica come spesso accade. La politica dev’essere pro qualcosa e non contro qualcuno.

Mancano due anni, perché annunciare la sua candidatura così presto?

Perché bisogna costruire la plausibilità del tentativo. Ed è un lavoro lungo, per diversi motivi che ho esposto nelle precedenti risposte, come la costruzione di un programma aderente alla realtà dei giavenesi e non ideale.