Intervista a Lorenzo Franco Santin, il friulano che sta percorrendo l’Italia a piedi

SUSA – Sono venuta a conoscenza di questo folle uomo tramite alcuni miei amici, e non appena ho saputo che avrebbe fatto tappa a Susa ho preso penna e taccuino e sono corsa a intervistarlo, mossa dal desiderio di saperne di più su un 27enne friulano che ha lasciato tutto per percorrere il Sentiero Italia, considerato il trail più lungo al mondo. Il suo nome è Lorenzo Franco Santin.

Lorenzo si presenta con una maglia grigia prestata da un suo vecchio amico, un buff in testa, una barba lunga e incolta, e un grande sorriso sulle labbra. E’ arrivato a Ca’ Mia in giornata, un Bed&Breakfast di Susa.

La sua è un’avventura diversa dal solito, una sfida con se stesso non indifferente, che comporta rischi, fatiche, sofferenze, ma senza dubbio molte soddisfazioni. Ve la lascio raccontare direttamente da lui.

Ciao Lorenzo! Come stai? Immagino tu sia molto stanco, non ti ruberò molto tempo. Cosa ci fai a Susa? Che giro stai facendo? 

“Tutto bene, grazie mille. Sto percorrendo il Sentiero Italia, il trail più lungo del mondo ad oggi. Son partito da Santa Teresa di Gallura in Sardegna, son passato per la Sicilia, e ho salito l’Italia lungo gli Appennini. Adesso mi mancano solo le Alpi e poi arrivo alla destinazione finale, Sgonico, in provincia di Trieste. Sono 6,166 kilometri in totale.”

Correggimi se sbaglio.. questa è la seconda volta che ci provi, giusto? Cosa non ha funzionato al primo tentativo? 

“Non sbagli, ci avevo già provato nel 2o16. Ero carico, entusiasta e motivato. Ero partito due mesi dopo confronto a quest’anno, a maggio, e così sono arrivato nelle Alpi a inizio ottobre. Le condizioni atmosferiche mi hanno bloccato, mi sono ritrovato il 121° giorno in mezzo alla neve e non riuscivo più nemmeno a leggere la segnaletica. Son tornato a casa con la sensazione di aver lasciato un cassetto ancora aperto. Così quest’anno son ripartito, più consapevole dei sentieri e più determinato che mai. Rispetto allo scorso anno sono avanti di 12 giorni.”

Sentiero Italia

Sentiero Italia

Quanti kilometri in media fai al giorno?

“Circa 54. Possono sembrare tanti, ma alla fine volano. Mi considero un atleta a tutti gli effetti: per me è una vera e propria sfida con me stesso. Il mio unico obiettivo è concludere il sentiero nel minor tempo possibile. Essendo un percorso che nessuno ha ancora completato per intero, non c’è una competizione con gli altri. L’unico avversario da battere sono proprio solo io. Conto di arrivare entro metà settembre. Pretendo molto perché so che posso farcela.”

Questa tua avventura mi ricorda un po’ quella di Alexander Supertramp. Ti rivedi nel personaggio che ha mollato tutto per raggiungere a piedi l’Alaska? 

“Lui come obiettivo voleva allontanarsi condannando la società. Io non mi ritrovo molto, nonostante anch’io non sia un amante della società. Son partito non per allontanarmi, ma per avvicinarmi… per avvicinarmi a me stesso. Il silenzio della natura, la solitudine continua, spingono proprio ad ascoltarsi, a rivedersi nella semplicità dei luoghi intoccati dall’uomo. E’ un po’ questo il movente che mi ha spinto a partire.”

Come ti gestisci il dormire e il mangiare?

“Dormire alla fine è facile. Quando comincia a diventare buio mi fermo, trovo uno spiazzo in piano, e stendo i miei materassini. Ne uso due, uno classico da yoga, l’altro è di quelli gonfiabili. Mi tratto bene. Il primo a dir la verità serve solo per evitare che gli aghi di pino, i sassi o i legnetti, buchino il gonfiabile. Ho un sacco a pelo pesante, in cui spesso dormo in short e canottiera. Poi appena vedo spuntare il Sole, smonto tutto e riparto senza perdere tempo.

Raramente mi capita di dormire sotto un tetto come questa notte: accade solo quando ho vecchi amici da rivedere e da salutare, o quando le condizioni atmosferiche mi impediscono di dormire sotto il cielo stellato. In quel caso mi rifugio in capannoni, in tettoie, o in qualunque altro scorcio un po’ riparato che mi consenta di stare tranquillo almeno fino all’alba.

Per quanto riguarda il cibo, invece, vado avanti a biscotti secchi, pane e legumi in scatola, e a quello che trovo in natura. Ogni volta che trovo un market nelle vicinanze faccio rifornimento di questi prodotti. E poi prendo integratori per provare ad avere un’alimentazione il più possibile equilibrata.”

Domanda che può sembrare banale: qual è l’attrezzatura essenziale che ti porti nello zaino? E quanto pesa?

“Senza cibo e acqua siamo intorno ai 9 kili e mezzo. Si può leggere la mia attrezzatura completa sul mio sito internet. L’esperienza dello scorso anno mi ha permesso di calibrare meglio le cose indispensabili da quelle superflue, aggiungendo beni primari e togliendo quelli secondari.”

L'attrezzatura esseziale

L’attrezzatura essenziale

Oltre a essere un atleta a tutti gli effetti, sei anche un ottimo fotografo paesaggista. Riesci a conciliare i tuoi viaggi con quest’altra passione? 

“Ho cominciato a fotografare nel 2009. La fotografia permette di vedere il mondo e le cose in maniera diversa. Prima di partire a maggio scorso, ho seguito Danilo Callegari nella sua avventura Africa Extreme 2015 in veste di fotografo, poi successivamente sono andato in Norvegia per immortalare l’Aurora Boreale. In genere porto la macchina fotografica ovunque, ma questa volta ho preferito lasciare a casa macchina e obiettivi. Uso il telefono, che mi permette di fotografare ma anche di restare in contatto con il mondo per il minimo indispensabile.”

Grazie per il tempo che mi stai dedicando. Per concludere, raccontaci qualche curiosità su di te.

“Vedi il buff che ho in testa? Il buff è il mio termometro: se ho freddo, ho le orecchie coperte; se ho caldo invece sono scoperte. Comincia a fare fresco ‘sta sera, infatti sono nascoste. 

Può sembrare strano, ma come integratore energetico ho scoperto che il Nesquik a secco è fenomenale..ed è pure molto buono. E’ uno di quei pochi prodotti alimentari che nel mio zaino ci saranno sempre.

Altro particolare interessante sono le scarpe, quello che indosso è il mio terzo paio. Sono partito con delle semplici scarpe da ginnastica già consumate per evitare di cominciare il viaggio con scomode vesciche. Poi appena arrivato in Calabria ho già dovuto cambiarle. E poi di nuovo. Si consumano facilmente, anche perché camminando in montagna il passo non è regolare: bisogna affrontare salite, discese, rocce, ruscelli e chi più ne ha più ne metta.”

Sei un grande, ti auguro con tutto il cuore di riuscire a farcela! Ti lascio andare a dormire che sarai stanco, grazie del prezioso tempo che mi hai dedicato e in bocca al lupo per il tuo obiettivo.

“Grazie mille, domani mi aspetta una dura giornata. A presto!”