Lettera degli infermieri del Piemonte “Servono posti letto e personale anti Covid”

Lettera del 29 dicembre 2021.

Se i vaccini sono la priorità, non bisogna dimenticare che servono posti letto  e personale e a breve se non si capisce questo, rischiamo il collasso. È necessario che chi continua a dare disposizioni dall’alto si assuma anche l’ onere di rispondere e governare questa criticità.
Come si può pretendere di raddoppiare le vaccinazioni con meno personale di prima mentre gli ospedali si riempiono? Una ASL come quella di Città di Torino ad esempio non può certo riuscire a governare la continua richiesta di posti letto nei tre presidi ospedalieri e quindi di personale e contemporaneamente raddoppiare la capacità  vaccinale, senza parlare del tracciamento.

Venite voi a dare spiegazioni alle persone che si arrabbiano perché fanno le code o perché vogliono il vaccino. Venite voi a gestire le continue provocazioni di chi scarica la sua posizione rispetto ai vaccini sull’ operatore. Vengano il Generale Figliuolo e il Presidente Cirio. Non è neanche pensabile chiudere di nuovo tutto perché è facile disporre di annullare tutte le prestazioni. E nel frattempo a discapito di chi? Della sanità pubblica? E il privato dov’è? Continua a erogare prestazioni? Dove sono i posti letto covid nel privato? L’ emergenza è di tutto il sistema e non solo del pubblico.

Venite voi a spiegarlo alla gente arrabbiata che anche in questo caso se la prende con gli operatori. Facile dare obbiettivi, tutti potremmo essere generali e presidenti in questo modo. Vaccinazioni che ormai non sono più da considerarsi come intervento temporaneo ma che dovremmo fare a lungo  con tutte le contraddizioni delle regole che cambiano in continuazione.

Un governo che non si è mostrato all’ altezza. Una regione che non si assume le proprie responsabilità. Dopo quattro ondate siamo messi peggio di Marzo 2020 se non fosse che almeno ci sono dispositivi di protezione in più e i vaccini, ma sul piano del personale siamo sull’orlo del baratro. Si resta ancorati ai conti. Anziché assumere personale in massa dalle graduatorie esistenti, si pensa a come far quadrare i conti per non sforare la spesa. È il caso di città della salute che continua a fare contratti di tre mesi in tre mesi. Un governo che avrebbe dovuto abolire i tetti di spesa e che ha dimenticato il personale sanitario nella legge di bilancio.

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