L’ermellino, dal mantello bianco in inverno e bruno-rossiccio in estate

Ermellino, Blu EdizioniI mammiferi delle Alpi, Blu Edizioni

Immediatamente riconoscibile in inverno per la livrea bianca, a eccezione della punta della coda nera, l’ermellino ha un corpo allungato e cilindrico, con le zampe corte e la coda in proporzione molto lunga, circa un terzo del resto del corpo. In estate il mantello è invece bruno-rossiccio sul dorso, sulla testa e sull’esterno delle zampe, mentre ventralmente è bianco con sfumature color crema. Le parti laterali sono separate dalla zona ventrale da una linea di demarcazione con andamento rettilineo. La coda mantiene anche nella fase cromatica estiva il ciuffo sommitale nero, presentando inoltre una striscia ventrale biancastra. Associato in genere alle praterie e pietraie degli orizzonti montano, subalpino, alpino e nivale, anche oltre i 3000 metri, può frequentare anche aree di bassa montagna come boschi con ricco sottobosco, arbusteti e ambienti ripari. È distribuito su tutto l’arco alpino, anche se in modo frammentato, con due forme che differiscono per le dimensioni, forse attribuibili a sottospecie diverse.

L’ERMELLINO CACCIA SIA DI GIORNO SIA DI NOTTE

Specie territoriale, l’ermellino caccia sia di giorno sia di notte, alternando fasi attive a fasi di riposo. Pur praticando una caccia specializzata ai micromammiferi (appartenenti soprattutto alla famiglia Microtidae, come le arvicole), include nella sua dieta anche altri mammiferi, rettili, anfibi e insetti. Preda anche nidiacei di pernice e piccoli uccelli che nidificano sul terreno. Può uccidere prede più grandi di lui, come le giovani lepri. La preferenza per i roditori condiziona la specie, che risente delle variazioni periodiche nella disponibilità delle prede con fluttuazioni demografiche. La capacità riproduttiva è elevata e la vita in media di breve durata, intorno a un anno e mezzo. I maschi sono più grandi delle femmine e hanno territori molto più ampi, arrivando in estate a spostamenti di 5-6 chilometri.

I PICCOLI NASCONO IN PRIMAVERA

I due sessi vivono separati e le femmine di ermellino allevano da sole i piccoli, riutilizzando tane abbandonate da roditori, sotto rocce o tronchi d’albero, che tappezzano di foglie ed erba. I piccoli (in media 6) nascono in primavera, a distanza di una decina di mesi dall’accoppiamento, che avviene in maggio-luglio, perché l’impianto dell’ovulo è posticipato di circa 9 mesi per permettere il superamento della stagione sfavorevole. L’ermellino può essere predato da altri mustelidi, dalla volpe, dal gatto selvatico e da uccelli rapaci come l’aquila.

Tratto dal libro “I mammiferi delle Alpi“, di Laura Canalis. Blu Edizioni, Torino.