L’Avis di Bruzolo festeggia 45 anni di attività

BRUZOLO – Era il 17 aprile 1971 quando nasceva la sezione Avis; il primo nucleo vedeva la presenza di 19 donatori. Pietro Cevrero e Gino Piccone sono i due donatori che ebbero l’idea di dar vita alla sezione dopo che dal 1969 a Bruzolo si donava già il sangue con l’autoemoteca. Tante le figure che hanno legato il loro nome all’Avis, come il dottor Gualtiero Pozzallo storico presidente o come Roberto Favro l’immancabile alfiere. Domenica 25 settembre la sezione Avis di Bruzolo celebrerà i suoi primi 45 anni di vita con la festa sociale. A guidare il direttivo adesso c’è il presidente Dante Giagnorio, dalla vicepresidente Michela Pozzallo, dalla tesoriera Silvia Richiero e dalla segretaria Chiara Borgis. Consiglieri sono Gualtiero Pozzallo, Roberto Favro, Alessio Cappadona, Gabriele Oldani e Andrea Bonelli.

Il programma della giornata prevede alle 9,40 il ritrovo davanti alla chiesa parrocchiale, cui seguirà alle 10 la messa. Alle 11, la deposizione dei fiori in onore dei donatori deceduti presso il cimitero. Alle 11,15 partirà la sfilata che si concluderà in piazza Martiri della Libertà, dove è previsto il rinfresco. Il pranzo sociale si terrà alle 12,30 presso il ristorante “L’Immagine” di Sant’Antonino.

IL CASTELLO

Nel Castello di Bruzolo venne firmato il 25 aprile 1610 il Trattato di Bruzolo tra gli emissari di Enrico IV re di Francia, Claude de Bullion e François de Bonne de Lesdiguières, e Carlo Emanuele I duca di Savoia. Il castello di Bruzolo è fra i più interessanti castelli in Valle di Susa. Fu sede nel 1610 della firma del Trattato di Bruzolo, un’importante alleanza matrimoniale e militare tra Regno di Francia e Ducato di Savoia. Nel suo nucleo più antico risale almeno al feudo dei Bertrandi, istituito da Tommaso I di Savoia nel 1227. Ancora circondato in parte da prati e vigneti, è situato a metà del pendio alluvionale del paese. Nel 2015 l’edificio principale, appartenuto in ultimo alla famiglia Marconcini, è stato acquisito dallo Stato per il suo interesse storico-artistico e affidato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino. Abitato ancora oggi, se uno sguardo superficiale può essere ingannato dal parziale interramento dovuto alle alluvioni, in realtà la sua struttura è piuttosto ampia.

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