La CGIL sulla Tav in Valsusa: “Il blocco dell’opera vuol dire perdere posti di lavoro”

TORINO – Tav in Valsusa. In un comunicato la CGIL di Torino spiega la propria posizione riguardo la TAV. “Pensavamo e pensiamo che lo spostamento del trasporto dalla gomma alla ferrovia sia da perseguire, ma valutando appunto i volumi delle merci ed a partire dal potenziamento e dalla messa in sicurezza delle linee già esistenti – scrivono i sindacalisti – Aggiungevamo nel 2014 e confermiamo oggi che è necessario investire su opere utili ed immediatamente cantierabili agendo in funzione di priorità sociali, quali ad esempio la mobilità sostenibile e la messa in sicurezza del territorio”.

BISOGNA FAR RIPARTIRE L’EDILIZIA

Siamo preoccupati per i lavoratori che oggi operano nei cantieri per la TAV, che in caso di blocco dell’opera rischiano di perdere il posto di lavoro; ma il duro colpo subito dal comparto dell’edilizia in questi anni di crisi può trovare occasioni di occupazione in altre attività, a partire dal riuso degli spazi urbani, dalla messa a norma e dall’efficientamento energetico degli edifici (a partire da quelli pubblici), dall’intervento sull’assetto idrogeologico del territorio” concludono dalla CGIL.

TAV

La ferrovia Torino–Lione (o Nuova Linea Torino–Lione, abbreviato NLTL) è un’infrastruttura, ideata a partire dagli anni 90 e in fase di progettazione/realizzazione dagli inizi degli anni 2000 (dal 2005 sviluppata come parte del programma di reti transeuropee TEN-T), consistente in una linea ferroviaria internazionale di 235 km, dedicata al trasporto di merci e persone fra Torino (Italia) e Lione (Francia), che affiancherebbe, con caratteristiche più avanzate, la linea esistente che transita attraverso il traforo ferroviario del Frejus. La denominazione più comune di “TAV” (acronimo di “Treno ad Alta Velocità”) è divenuta impropria nel tempo in quanto la massima velocità dei treni per passeggeri prevista è di 220 km/h e quella dei treni merci di 120 km/h, mentre la normativa dell’Unione Europea – a partire dal 2008 – riconosce come tale solo le infrastrutture che consentono velocità pari o superiore a 250 km/h

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