La 54ª Festa del Piemonte al Colle dell’Assietta, sabato 16 e domenica 17 luglio

Battaglia Assietta

COLLE DELL’ASSIETTA – L’Associassion Festa del Piemont al Col ed l’Assieta organizza la 54ª Festa del Piemonte al Colle dell’Assietta domenica 17 luglio 2022 a partire dal mattino alle ore 10 con la Messa al campo in Piemontese. Dalle 11 presso la Casa Cantoniera si commemora la battaglia del 19 luglio 1747 con la rievocazione dei gruppi storici tra cui il Coordinamento Rievocazioni Storiche del 1600-1700, il gruppo spagnolo Miquelets De Catalunya, il gruppo storico Pietro Micca e il gruppo storico Reggimento Piemonte 1793.

LA FESTA DEL PIEMONTE

Al pomeriggio ci terrà compagnia il corpo di ballo dell’Associazione Piemonte Cultura “Ij Danseur dël Pilon” e la presentazione del libro “La Battaglia dell’Assietta e la campagna militare alpina del 1747”. Ma per i più volenterosi la festa inizia già il pomeriggio di sabato 16, con visite al campo militare storico e la fiaccolata fino all’obelisco con gli onori ai caduti nella battaglia. Seguirà un concerto di un gruppo di amici della Val Chisone e Germanasca”I Bogia nen” ed il tradizionale Falò.

LA STORIA DELLA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA, ERA IL 1747

Nel 1747, duecentosettantacinque anni fa, si è combattuta la battaglia fra le più leggendarie ed eroiche: la battaglia dell’Assietta, sul crinale spartiacque che separa la Valle di Susa dalla Val Chisone. Era il 1747 e si stava in quell’anno concludendo una lunga e sanguinosa guerra che coinvolse di fatto gran parte dell’Europa: la guerra di successione d’Austria. All’imperatore Carlo VI era, infatti, succeduta sul trono asburgico l’imperatrice Maria Teresa, non rispettando così la legge che dava il trono solo agli eredi maschi. Fu un pretesto, ma bastò a far scoppiare una guerra che sarebbe durata ben quattro anni.

IL REGNO DI SARDEGNA

Il piccolo Regno di Sardegna si trovò alleato con l’Austria e ben presto quest’amicizia gli avrebbe portato l’ostilità di potenti vicini come la Francia e anche di meno vicini come la Spagna e alcuni principati tedeschi. Il Piemonte fu invaso più volte, ma il nostro esercito seppe tener testa degnamente alle truppe nemiche, per quanto numericamente superiori. Ma la battaglia conclusiva doveva ancora essere combattuta. I Franco-Spagnoli attaccarono il Regno di Sardegna dalla Liguria, per poi passare segretamente il fronte verso il colle del Monginevro. Ma Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, se n’accorse in tempo e ordinò al marchese Balbiano, governatore di Susa, di predisporre un articolato piano di difesa.

LA DIFESA PIEMONTESE

Uno schema difensivo che prevedeva appunto di concentrare le truppe nello strategico pianoro dell’Assietta. Le due Valli, della Dora e del Chisone, erano state da poco annesse al Regno di Sardegna e le loro difese (d’Exilles e Fenestrelle) ereditate dal Delfinato, erano state adattate ai nuovi confini e potenziate grazie all’ingegnere militare Ignazio Bertola. Controllare l’Assietta significava controllare i due forti e il Piemonte non poteva assolutamente permettersi di perderli. Dall’esperienza maturata dal primo tentativo d’invasione del 1745 che vide coinvolte in particolare l’Alta Valle di Susa (Sauze di Cesana, San Sicario e Bardonecchia) il Re era convinto che nonostante l’esiguità delle forze da contrapporre al nemico si sarebbe potuto sfruttare un bel vantaggio con la potenzialità che la particolare conformità del territorio permetteva.

L’ASSIETTA

L’Assietta è quindi fortificata e nella primavera del 1747 si fanno ormai solo più lavori di rifinitura dei trinceramenti, visibili dal contrafforte fra il Colle del Sestriere e la Testa del Gran Serin. Il 14 luglio le truppe Franco-Spagnole arrivano a Briançon e il 16 passano il confine del Monginevro. Il generale Cacherano di Bricherasio, oltre alle truppe piemontesi regolari, poteva contare sull’apporto delle milizie valdesi del Pinerolese e dell’alta Val Chisone, di tre battaglioni svizzeri del Reggimento Kalbermatten, mentre quattro battaglioni austriaci, guidati dal generale Colloredo, arrivarono all’ultimo a rinforzo delle posizioni. Tre giorni dopo all’Assietta, alle 10 del mattino di quel 19 luglio 1747 la battaglia poteva avere inizio. I francesi erano forti di 32 battaglioni, contro i 13 austro-sardi, dei quali dieci impegnati effettivamente in combattimento. Al rullare dei tamburi, con un impeto imprevisto, i Francesi iniziano l’avanzata.

Battaglia Assietta

LA BATTAGLIA

I Piemontesi li lasciano avvicinare e poi aprono contro di loro un violento fuoco di sbarramento. Sono solo 400 metri da percorrere ma i Francesi non ce la fanno. Più in basso, invece i Francesi riescono a sbaragliare la difesa di una ridotta. L’assalto fu condotto con vigore: ma l’eroica difesa della dei Granatieri del 1° battaglione delle Guardie, rinforzata poi dalla Compagnia Granatieri del Reggimento di Casale, arrestò lo slancio degli assalitori. Nella lunga lotta i piemontesi, esaltati fino all’eroismo dal contegno del loro comandante, il Conte di S. Sebastiano, non indietreggiarono in alcun punto, sebbene minacciati da ogni parte.

ILGENERALE FRANCESE

Il generale francese Armand Fouquet de Belle-Isle, impugnata una bandiera, si gettò in un disperato assalto per animare i suoi , ma venne ferito due volte e poi ucciso da una terza fucilata. Nonostante la morte del loro Comandante i Francesi, insisterono nell’assalto; ma i granatieri piemontesi, ormai privi di munizioni, sempre ritti sulla barricata, li ributtarono indietro a pietrate e sassate facendone strage. Al tramonto, l’intero esercito francese, disfatto, ripiegava in disordine, affidando ai Piemontesi i propri morti e feriti. Le perdite in questa cruenta battaglia, a più alta quota mai combattuta in Europa, furono enormi per i Francesi: 5.300 soldati, 439 ufficiali, fra i quali due generali, cinque brigadieri e nove colonnelli. I Piemontesi ebbero solo 7 ufficiali e 185 soldati morti: le perdite austriache furono appena di 2 ufficiali e 25 soldati.

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