Incidente alla rotonda di Condove: fu un atto “volontario, previsto e voluto”, a De Giulio 14 anni

 

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MILANO – Siamo alla Corte di Cassazione che mette fine alla vicenda giudiziaria di Maurizio De Giulio, 55 anni, condannato dalla corte d’Assise d’Appello di Milano a 14 anni e 4 mesi di reclusione per l’incidente a Condove. Era il 9 luglio del 2017 e fu “un investimento volontario, previsto e voluto” quello che provocò la morte di Elisa Ferrero, 27 anni, e il grave ferimento del fidanzato, Matteo Penna, 33. Con 14 pagine di motivazioni, la corte di Cassazione mette infatti la parola fine alla vicenda giudiziaria. Alla guida del suo furgone Ford Transit, in stato di ebbrezza alcolica, inseguì per chilometri dal laghetto di San Valeriano fino alla rotonda del Gravio di Condove la moto sulla quale viaggiava la coppia. Poi la travolse a cento chilometri all’ora.

LA MANCATA PRECEDENZA E L’INSEGUIMENTO

Il tutto in seguito a un bisticcio stradale, nato da una mancata precedenza. Non c’è alcun dubbio, scrivono i giudici della Suprema Corte, che il 9 dicembre scorso avevano rigettato l’ultimo ricorso che “il comportamento tenuto dall’imputato successivamente al disastroso impatto era stato descritto unanimemente dai testimoni come dimostrativo di assoluta indifferenza verso la sorte dei due giovani: addirittura, un testimone lo aveva sentito dire che non gli dispiaceva per niente di quanto accaduto”. Il procedimento era stato trasferito alla Corte di Milano, da Torino, perché una parente della vittima è vice procuratore onorario a Torino, dove quindi non avrebbe potuto svolgersi il processo.

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