"IL TRENO CHE HO DENTRO": i ragazzi del Treno della Memoria raccontano la loro esperienza il 27 gennaio al Polivalente di Villarfocchiardo

VILLARFOCCHIARDO – Il 27 gennaio, a Villarfocchiardo, i ragazzi che hanno partecipato al Treno della Memoria, in collaborazione con Camminando a Passo Lento, organizzano “Il treno che ho dentro“.

L’evento, aperto a chiunque voglia impegnarsi a ricordare con consapevolezza le vittime dell’Olocausto, propone racconti, testimonianze, fotografie, emozioni e altre attività gestite e organizzate dai ragazzi che l’anno scorso hanno vissuto sulla propria pelle la forte esperienza del Treno della Memoria. La serata si terrà al Polivalente di Villarfocchiardo a partire dalle ore 21.

Le parole dei ragazzi

1° tappa: Budapest
“Quando cala la sera, quando il sole si nasconde dietro la radura del castello… le luci della città incontrano l’acqua in un valzer di bagliori e sfavillii, creando una magica atmosfera.”,
ricorda Sara Scapola. “Tutto questo viene mescolato con una storia che fa venire i brividi e che gela il sangue, una storia che rimane e rimarrà per sempre dentro di noi.”

2° tappa: Praga
“Praga è piena di sogni persi in altrettanti sogni.”,
racconta Laura Verduci, “Ogni casa, ogni via, ogni piazza continuava senza posa a gridare: “Non dimenticare questo! Non dimenticare quello!” A furia di ricordi e di vendette, lungo tutto il corso della Storia, ci si dimentica addirittura la vita presente perché tutto è un particolare, oppure – se volete – nulla è particolare”.

3° tappa: Cracovia
Tiziano Veglio
, invece, racconta la esperienza così: “Ricordo ancora di quel posto il freddo pungente nelle mie ossa.  Lì dove la bellezza travolgente è sovrastata dalla crudele storia di cui le sue mura hanno dovuto farsi carico, Cracovia ti abbraccia con le sue braccia forti: se da una parte ti dà forza dall’altra non ti risparmia. Cracovia ti mette nella condizione di interrogarti e di conoscere. E dal conoscere al raccontare il passaggio è come automatico. Perché dalla verità non si può scappare, ma sicuramente raccontarla, quella verità, è meglio che sentirsela dire.”

4° tappa: Auschwitz
Elisa Bert sollecita a uscire dalla cosiddetta “zona grigia”, riportando le parole dello scrittore Luis Sepùlveda: “In un angolo del campo di concentramento, a un passo da dove si innalzavano gli infami forni crematori, nella ruvida superficie di una pietra, qualcuno, chi?, aveva inciso con l’aiuto di un coltello forse, o di un chiodo, la più drammatica delle proteste: “Io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia”. 

E ci sono molte altre esperienze da ascoltare, ricordi da vedere, emozioni da vivere. L’unico modo per scoprirle è partecipare.

Maggiori informazioni sull’evento di Facebook (clicca qui).

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento