Il nuovo libro “La locanda di Viola. Una storia partigiana” di Federico Jahier e Andrea Geymet#p

TORINO – Il nuovo libro “La locanda di Viola. Una storia partigiana” di Federico Jahier e Andrea Geymet.

LA LOCANDA DI VIOLA

Esce per Graphot nella collana Spoon River Storia il nuovo libro “La locanda di Viola. Una storia partigiana” di Federico Jahier (autore di Le scarpe di Angiolino. Storia di un partigiano scomparso tra la Val Susa e la Val Pellice), scritto a quattro mani con Andrea Geymet (vicepresidente della sezione ANPI di Torre Pellice), sulla figura di una partigiana della Val Chisone, Viola Lageard. La giovane staffetta, di cui si raccontano per la prima volta gli episodi più significativi vissuti durante la Resistenza, era nata e cresciuta nella Locanda dei Fiori di Inverso di Pinasca, nota sul territorio come avamposto antifascista. L’antefatto di questa storia partigiana ha luogo nel 1924 quando, in seguito a una rissa scatenata da un gruppo di fascisti ubriachi, la locanda fu data alle fiamme per rappresaglia e parzialmente distrutta. Eppure la famiglia Lageard non si diede per vinta e anzi aumentò il suo impegno per la difesa della libertà. È in questo clima che Viola venne alla luce due anni dopo e crebbe ascoltando i racconti della nonna Madlenin e della mamma Ida. Quando l’Armistizio annunciò un cambio di passo nella guerra che stava stremando gli animi, la giovane Viola non ebbe dubbi e inforcò la sua bicicletta – la fedele due ruote – per rendersi utile e fare la sua parte nella lotta contro la dittatura.

IL LIBRO

La sua vita divenne quella della staffetta partigiana: portava messaggi, medicinali, viveri, denaro, vestiti, armi e munizioni mettendo in collegamento la Val Chisone con Torino e con la Val di Susa. Informava e sosteneva i parenti dei caduti, cercando di recuperare effetti personali dai luoghi delle tragedie. Fu fermata più volte dai nazisti, la sua camera alla locanda fu messa a soqquadro dal feroce capo dei brigatisti neri Lamy Martinat, si offrì per una missione che molti uomini si erano rifiutati di compiere. Il comandante Ettore Serafino, che grazie a lei riuscì a sfuggire a un agguato fascista, la definì “un’incomparabile, meravigliosa sorellina dei tanti ragazzi la cui vita spesso dipendeva da quello che Viola riusciva a fare”. Questo libro racconta le vicende vissute in quell’intenso 1944 da Viola Lageard che con coraggio, passione e intelligenza ha preso parte alla Resistenza senza risparmiarsi mai, e quelle della sua casa, la Locanda dei Fiori, che è stata ed è casa accogliente per tutti gli antifascisti. Oggi la locanda è rinata grazie all’impegno della nipote Roberta, che porta avanti la tradizione della famiglia e ha allestito uno spazio della memoria dove sono esposti documenti e materiali sulla guerra di Liberazione. Il volume è arricchito dalla prefazione di Barbara Berruti, direttrice dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti, e da un’intervista dei due autori a Marilena Rostan, figlia di Viola, che ha anche messo a disposizione fotografie e documenti che costituiscono una preziosa galleria e restituiscono l’umanità e la prontezza di questa giovane partigiana.

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