Il lupo nel Parco Alpi Cozie: secondo Mauro Deidier controllo, ricerca e biodiversità, ma senza sprechi di risorse

SALBERTRAND – Sono sempre più numerosi gli amministratori pubblici che intervengono sul progetto finanziato dall’Unione Europea Wolfalps per la tutela del lupo, in relazione alla sua convivenza con l’uomo e alle attività pastorali. Ancora recentemente alcuni sindaci e Unioni Montane si sono rivolti a Regione e Ministero dell’Ambiente firmando appelli ad intervenire per contrastare il crescente impatto del predatore. Alla luce dei sempre più numerosi avvistamenti nei paesi, nei cortili e fra le case, nonché degli ingenti danni subiti nei mesi scorsi dagli allevamenti. Circostanze che, unite ai 50 lupi che nel solo 2020 sono morti in vari incidenti, fanno pensare a un consistente incremento numerico negli ultimi tre anni. Ora ad esprimere preoccupazioni e osservazioni critiche al progetto Wolfalps, per la prima volta, è un Presidente di Parco. È Mauro Deidier da ottobre presidente delle Alpi Cozie.

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RISERVE SUL PROGETTO EUROPEO

Sì, ho espresso riserve personali sull’impostazione e sulla trasparenza del progetto Wolfalps e le ho inviate direttamente all’ente capofila, e dunque al Direttore del Parco Alpi Marittime, nonché alla Regione Piemonte”. Sottolinea Deidier. “Ciò non significa né che il Parco Alpi Cozie uscirà dal progetto lupo e né che occorre sospendere le azioni di tutela”. Riserve espresse dopo che Deidier aveva ottenuto dalle Alpi Marittime in qualità di ente partner del progetto la rendicontazione di come erano stati investiti i primi 10 milioni di euro di finanziamento del primo quinquennio di progetto 2013/2018. Dice Deidier. “Essendo il Wolfalps stato rifinanziato con altri 12 milioni di euro, per l’intero arco alpino, per il quinquennio 2019/2024 la trasparenza e la condivisione sull’impiego di queste risorse pubbliche è ulteriormente indispensabile“.

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I COSTI

E così, in una comunicazione di otto fitte pagine, il Presidente Deidier sviluppa i principali aspetti ritenuti critici. “Nelle 152 pagine di rendicontazione si evincono fra gli altri 2,6 milioni di euro di costi del personale dedicato. 131.000 euro spesi per meeting, hotel, benzina e pedaggi. Poi 1.740.000 euro di consulenze e servizi “esterni”. Infine 550.000 euro per espositori, fototrappole, videoproiettori ed altre attrezzature e altri 350.000 euro per “materiali vari di consumo”. E ancora i rilievi sull’affidamento delle consulenze. Fra le centinaia di incarichi professionali esterni affidati dagli enti partner spiccano quelli banditi da poco dal Parco capofila. L’incarico di Project manager da 232.000 euro, 4.000 euro al mese ovvero 218 euro lorde al giorno. Poi l’incarico di Technical manager da 165.000 euro. L’incarico da Comunication manager da 171.000 euro, 3.000 euro mensili. L’incarico da Collaboratore Amministrativo da 143.000 euro e infine l’incarico di Veterinario da 84.000 euro e altri.

LA COMUNICAZIONE

E poi le strategie di comunicazione del Wolfalps, ritenute eccessivamente improntate a mitigare le opinioni non in linea con il progetto e con le voci critiche sempre più numerose. Dice Deidier. “Cosa ancor più grave puntano al lavaggio del cervello degli scolari nelle attività didattiche come ha ammesso la stessa responsabile della comunicazione nella relazione finale, ciò è intollerabile“. Un’informazione che non sarebbe obiettiva nell’affrontare sia la necessità di tutela sia le criticità che comporta la presenza del predatore. Affermazioni che Deidier riporta con date, nomi e cognomi dei protagonisti e dettaglio delle spese documentate. Ed ancora il discorso rischi di ibridazioni del predatore ovvero la diffusione di predatori che derivano da incroci fra cani randagi e lupi, sempre aggressivi ma più avvezzi ad avvicinarsi alle case ed alle persone.

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