SALBERTRAND – Parliamo del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, nell’alta Valsusa, sulla sponda orografica destra della Dora Riparia. Unāarea protetta che affonda le sue radici in un passato di grande rilevanza economica, quando il suo prezioso legname alimentava le ambiziose imprese costruttive dei Savoia, fornendo le imponenti travi che sorreggono la Basilica di Superga e la grandiosa Reggia di Venaria.Ā Ma il Gran Bosco non ĆØ solo storia e legname. Al suo interno si cela una peculiaritĆ botanica di grande interesse: la presenza dell’abete rosso. Questa specie, piuttosto rara nelle Alpi Occidentali aride, trova qui un habitat ideale grazie a una fortunata combinazione di fattori: un microclima insolitamente umido e lo sviluppo di un ecotipo locale sorprendentemente resistente alla siccitĆ estiva. Passeggiando tra le sue formazioni miste, si può osservare la prevalenza dell’abete bianco alle quote inferiori, che gradualmente lascia spazio all’abete rosso salendo di altitudine.
Il Gran Bosco di Salbertrand
Superati i 1800 metri, il paesaggio si arricchisce della presenza elegante del larice e del robusto cembro. Oltre i 2000 metri, ĆØ il larice a dominare incontrastato, offrendo un sottobosco che in passato, e ancora oggi in parte, viene sfruttato per il pascolo del bestiame, in unāarmoniosa convivenza con il pino silvestre.Ā Ogni tipologia di bosco custodisce gelosamente una specifica flora arbustiva ed erbacea, contribuendo a unāincredibile biodiversitĆ che conta oltre 520 specie vegetali all’interno dell’intero parco. Per quanto riguarda la fauna, l’unico ungulato autoctono della zona ĆØ lo scattante camoscio. Cervi e caprioli, introdotti negli anni Sessanta con l’intenzione di arricchire la fauna locale, hanno conosciuto una sorprendente espansione demografica, tanto da richiedere oggi interventi mirati di contenimento per preservare la salute e l’equilibrio degli ecosistemi forestali.
Il faggio, il pino cembro, l’abete bianco e l’abete rosso
L’orientamento est-ovest della valle gioca un ruolo cruciale nel plasmare il suo clima, creando una netta distinzione tra il versante meridionale, più soleggiato e tradizionalmente dedicato all’agricoltura e alle attivitĆ umane, dove prevalgono zone aperte e boschi misti di larice, pino silvestre, frassino, acero e castagno, e il versante settentrionale, più fresco e umido, regno di estese foreste di notevole pregio ecologico, dominate da specie nobili come il faggio, il pino cembro, l’abete bianco e l’abete rosso.Ā Nonostante le sfide poste dallo sviluppo antropico, il territorio della Valle di Susa conserva una straordinaria ricchezza di ambienti naturali differenziati, che meritano attenzione e tutela. Oltre al prezioso Parco del Gran Bosco, troviamo la Riserva Naturale Speciale dello Stagno di Oulx e diversi Siti di Interesse Comunitario, a testimonianza di un patrimonio naturale di inestimabile valore. Questa varietĆ ecologica si traduce in una flora ricca di specie rare ed endemiche e in una fauna diversificata, che oggi annovera anche il maestoso gipeto, tornato a solcare i cieli di questa splendida valle.