I Sentieri resistenti vanno a teatro nel nuovo Ecomuseo della Val Sangone

VAL SANGONE – I Sentieri resistenti vanno a teatro nel nuovo Ecomuseo della Val Sangone (Comunicato Comune Coazze).

TEATRO AL MUSEO DELLA VAL SANGONE

Bartali e Lulù” è il titolo di uno spettacolo teatrale con ingresso gratuito che Assemblea Teatro metterà in scena venerdì 2 settembre nell’Ecomuseo della Resistenza della Val Sangone, che ha sede a Coazze, in viale Italia ‘61. Lo spettacolo comincerà alle 21,15, e sarà preceduto, mezz’ora prima, dalla visita guidata dell’Ecomuseo. Con la regia di Lino Spadaro e di Renzo Sicco, narra di Louis Chabas, detto Lulù, partigiano francese in terra di Langa, rievocato con grande scrittura da Pino Cacucci nel suo libro “Nessuno può portarti un fiore”, e parla anche di Gino Bartali, il campione che non volle essere eroe e mai raccontò in vita dei tanti ebrei da lui salvati nascondendo i documenti falsi a loro destinati nella canna della sua bicicletta. “Uno spettacolo” spiegano gli autori “che riafferma, senza retorica e con ironia, l’importanza di alcuni valori fondanti della nostra storia: ora che molti partigiani non ci sono più, sentiamo il dovere morale e civile di raccontare le loro vicende cercando di suscitare in chi ascolta l’attesa e il desiderio di conoscerle”.

IL NUOVO ALLESTIMENTO DELL’ECOMUSEO DELLA RESISTENZA DELLA VAL SANGONE

Inaugurato lo scorso febbraio, il nuovo allestimento è stato rinnovato nella presentazione e nei contenuti espositivi. I lavori di riqualificazione, realizzate dal Comune di Coazze, hanno interessato la sala e le scale di accesso. Tra il pubblico dei primi mesi si è contata la presenza degli alunni delle scuole primarie della zona e degli allievi dell’Istituto superiore Blaise Pascal di Giaveno.

La vicenda resistenziale della Val Sangone è narrata attraverso più di venti pannelli ricchi di fotografie d’epoca, muovendo dalla caduta di Mussolini il 25 luglio 1943 e dall’armistizio dell’8 settembre, con il primo rastrellamento in valle dei tedeschi del 23 settembre; ne seguiranno altri 27 nei venti mesi successivi, che registreranno tra le vittime il pittore  giavenese Maurizio Guglielmino, ucciso al Colletto del Forno, e la diciottenne Evelina (all’anagrafe Avellina) Ostorero, uccisa a borgata Ferria a Forno, e anche oltre il 25 aprile 1945. Un lungo percorso storico di accadimenti, di uomini e donne, di religiosi e religiose, di luoghi divenuti simbolo delle battaglie della Resistenza e del martirio fino alla Liberazione.

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