Giorno del Ricordo: a Rivoli deposizione della corona e uno spettacolo all’Istituto Musicale Giorgio Balmas

RIVOLI – Giorno del Ricordo: a Rivoli deposizione della corona e uno spettacolo all’Istituto Musicale Giorgio Balmas.

IL GIORNO DEL RICORDO A RIVOLI

Sabato 10 febbraio a Rivoli c’è stata la deposizione della corona e uno spettacolo ad ingresso gratuito all’Istituto Musicale Giorgio Balmas. Presso il Giardino “Vittime delle foibe” in via Rosta la deposizione della corona in memoria delle vittime delle foibe in collaborazione con l’Unione degli Istriani. Presenti il sindaco di Rivoli Andrea Tragaioli e il vicesindaco Laura Adduce. Si rinnova come sempre la volontà di conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. La commemorazione è proseguita con lo spettacolo dal titolo “Il colore del ricordo” all’Auditorium dell’Istituto Musicale Giorgio Balmas in via Capello. Il ‘Giorno del Ricordo’ ha il suono delle composizioni pianistiche di Giovanni Laniado e la voce dell’attrice Francesca Padovano, che interpretano il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata attraverso la delicata storia della piccola Egea con letture tratte da “La bambina con la valigia” di Egea Haffner e Gigliola Alvisi e da “La foiba grande” di Carlo Sgorlon.

AL PARCO

Le vicende di Egea iniziano a Pola, nel 1945. Quando suo padre scompare, inghiottito nelle spaventose voragini carsiche, Egea inizia la sua vita di esule, che la costringe a lasciare la sua terra e ad affrontare un futuro incerto, accudita da una zia che la ama come una figlia. La geografia del cuore di Egea Haffner avrà però sempre i colori, gli odori e i suoni di Pola, la sua città. Ed è una geografia che custodisce la sua storia personale, ma è anche parte della nostra vicenda nazionale. A fare da contrappunto alla toccante storia della ‘bambina con la valigia’ sono state le letture tratte da “La foiba grande” di Carlo Sgorlon che attraverso il profilo dello scultore Benedetto e dei suoi compaesani di Umizza, riporta alla luce una tragedia umana, familiare, corale, nella quale l’odio cancella l’amicizia, la paura annulla la fiducia.

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