Giornata della Montagna: il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

ROMA – Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la Giornata della Montagna. “Rivolgo un saluto ai Ministri, al Direttore generale della FAO e a tutti i presenti. Vorrei sottolineare anch’io come l’evidenza con cui si è intesa celebrare quest’anno la Giornata della Montagna merita apprezzamento. Rappresenta un’attestazione di come sia cresciuta, a livello globale, la consapevolezza del ruolo rivestito dai territori montani per preservare la biodiversità e per difendere le risorse naturali nella grande partita che si sta giocando sul futuro del pianeta. Tra i profili sotto i quali si possono valutare le difficoltà di percorso e le ambizioni per una ripresa efficace, che sappia contrastare gli effetti della pandemia, quello dei territori montani si presenta come particolarmente significativo”.

IMPORTANTE TERRITORIO

“Il dovere della Repubblica di garantire i diritti di cittadinanza nelle aree cosiddette marginali rappresenta un tema che unisce, necessariamente, le sorti delle periferie urbane e quelle delle aree rurali e interne, delle montagne; in un’epoca in cui, paradossalmente, assistiamo alla ritirata della presenza umana da quelle che sono le aree verdi per eccellenza del pianeta. Una sfida che dobbiamo raccogliere nel processo di ripresa in questa fase della vita del nostro Paese. Si tratta del tema dei luoghi “pieni” e dei luoghi “vuoti”.  Ne ha parlato poc’anzi Daniela Falconi, prima cittadina di Fonni, sottolineando due condizioni che pongono il rischio di marginalità: l’insularità e la montanità”.

LA MONTAGNA

“Il futuro delle genti di montagna – e dei territori in cui essi vivono – è legato alla capacità di saper sfuggire da un lato alla omologazione, dall’altro alla contemplazione di ciò che si è stati. Di guardare, invece, coraggiosamente, alla costruzione di un presente che metta a fattor comune tutte le risorse, anche quelle sin qui trascurate, dall’agricoltura, alle energie alternative, alla gestione forestale, alla creazione di filiere produttive locali. Occorre comprendere come la strada della formazione e della ricerca sia quella che permette di pensare alle zone montane come luoghi di produzione al tempo del digitale. Circostanza questa destinata a mutare radicalmente le modalità di accesso ai processi di innovazione e di partecipazione. Goethe ebbe a definire i nostri monti “Maestri muti che fanno discepoli silenziosi“.