Giaveno, svolta sulla sparatoria all’Aquila, l’Hells Angels è stato ucciso in modo volontario e premeditato

GIAVENO – Giaveno, svolta sulla sparatoria all’Aquila, l’Hells Angels è stato ucciso in modo volontario e premeditato. E’ stato comunicato oggi dal Pubblico Ministero Antonio Smeriglio agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini sul caso della sparatoria all’Aquila di Giaveno. Alessandro Gino, il biker di quarantasette anni di Villar Focchiardo, è stato ucciso da un colpo di pistola lo scorso gennaio in modo volontario e premeditato.

UN PROIETTILE

Una comunicazione che ha sorpreso molto i legali degli indagati, Eric e Claudio Romano, padre e figlio di 21 e 55 anni, e il cugino e coetaneo del primo, Manuel Morisciano.  La perizia balistica sull’accaduto, commissionata dal gip Elena Rocci, dice che il colpo è di rimbalzo, certificando quindi che Alessandro Gino era stato trafitto da un proiettile precedentemente rimbalzato sull’asfalto o contro un muro o più probabilmente sull’asfalto e quindi non sparato ad altezza d’uomo.

IL FATTO

Dopo la sparatoria di ieri sera sull’Alpe Colombino, nella notte i Carabinieri della Compagnia di Rivoli, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Torino, hanno fermato a Giaveno tre persone, rispettivamente padre, figlio e nipote, nei cui confronti sono stati acquisiti gravi e convergenti elementi di responsabilità per aver ferito due persone a l’Aquila. I due ragazzi, intorno alle ore 22.15 circa, dopo essersi andati con un furgone fiat Doblò nel parcheggio dell’hotel, e aver effettuato alcune manovre nel piazzale ricoperto di neve, avrebbero avuto un primo diverbio con alcuni bikers associati all’Hell’s Angels Torino, avente sede nell’hotel l’Aquila.

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