Fusione tra Unicredit e MPS: quanti saranno gli esuberi?

TORINO – Fusione tra Unicredit e MPS: quanti saranno gli esuberi? La decisione di Unicredit di avviare trattative dirette con il Tesoro finalizzate all’acquisizione parziale del Monte dei Paschi è argomento attuale. La comunicazione di Unicredit è arrivata alla fine di luglio, in contemporanea con la presentazione dei conti del primo semestre 2021 di Unicredit. Inevitabile che, a distanza di settimane dall’evento, il dibattito nel mondo politico e finanziario, sia molto acceso. I sindacati di Monte dei Paschi parlano di un’operazione con molti punti oscuri e minacciano lo sciopero. Denunciano l’assenza di coinvolgimento e chiarezza sui termini della possibile integrazione tra le due banche. Il tema che preoccupa riguarda eventuali esuberi.

GLI INTERROGATIVI

La preoccupazione dei lavoratori di Monte dei Paschi di Siena riguarda gli esuberi che potrebbero risultare dalla fusione tra Unicredit e MPS e quante filiali che eventualmente verrebbero chiuse. Interrogativi in merito anche al brand MPS, continuerà ad esistere o verrà inglobato sotto Unicredit, come capitò a suo tempo per UBI Banca, assorbita sotto il nome di Intesa Sanpaolo? I sindacati di categoria con un comunicato congiunto hanno dichiarato che è loro intenzione dare avvio a uno stato di agitazione e proclamano scioperi. Attualmente i dipendenti di Monte dei Paschi sono 21 mila. Con la fusione con Unicredit molto probabilmente ci sarà un ridimensionamento del loro numero. I lavoratori di MPS chiedono dunque risposte alle loro preoccupazioni. I sindacati affermano di non essere contrari a nuove soluzioni per la banca toscana. Ma esprimono i loro dubbi sulla decisione delle parti, Stato e direzione MPS, di non prendere in considerazione soluzioni alternative.

QUANTI GLI ESUBERI?

Da prime indiscrezioni gli esuberi totali di MPS dopo la eventuale fusione con Unicredit potrebbero essere intorno alle 5000 unità. Si prospettano tagli nelle sedi dei grandi capoluoghi di provincia di almeno 15 lavoratori. Poi nelle direzioni generali di Mantova, Padova e Lecce e fra i lavoratori delle direzioni delle aree territoriali e nei poli di consorzio. Infine circa 2.100 dipendenti della direzione generale centrale a Siena. In pratica verrebbero tagliati i posti di lavoro che rappresentano un doppione con quelli del gruppo Unicredit.

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