CESANA TORINESE – Forte dello Chaberton: la commemorazione della battaglia del 21 giugno 1940. Ad 81 anni da quel tragico giorno in cui il Titano, con sommo onore, si immolĆ², la memoria dei Caduti risuona nel nostro ricordo. Ci sono tanti modi per ricordare la storia. E anche per commemorare gli sfortunati protagonisti di una guerra che, come tutti i ventenni del tempo, allora sotto le armi, non avrebbero certamente voluto combattere. Ma che, ligi alla disciplina, non esitarono loro malgrado ad adempiere ugualmente al proprio dovere. Dieci di loro non tornarono piĆ¹ a casa da quel monte Chaberton. Altri tornarono, ma con ferite al corpo e nellāanima che non si sarebbero mai piĆ¹ completamente rimarginate. Il 21 giugno 1940 il dramma della Batteria Chaberton, la piĆ¹ alta fortificazione dāEuropa (3.130 m), rappresentĆ² il momento piĆ¹ tragico dellāoffensiva italiana contro la Francia.
LA COMMEMORAZIONE
Per non dimenticare quei lontani episodi, nel mese di giugno di ogni anno lāAssociazione 515.a Batteria Monte Chaberton ha stabilito di commemorare i Caduti del forte italiano e tutti i Caduti dei quattro giorni della Battaglia delle Alpi (21-25 giugno 1940). Al di lĆ della manifestazione ufficiale, che si ĆØ tenuta anche questāanno domenica 20 giugno 2021 al monumento di Cesana, una delegazione dei soci ha voluto, nel āGiorno dello Chabertonā (21 giugno), salire fin sulla vetta del monte per commemorare i Caduti in un modo piĆ¹ intimo, proprio nel luogo che vide il loro sacrificio. CosƬ, partiti di buon mattino, Ottavio Zetta, Fabio Cappiello e Jody Vasone hanno guidato il piccolo gruppo lungo il sentiero che sāinerpica fino al Colle Chaberton e da qui alla cima. A far loro da compagnia don Lorenzo Nanni e don Alvise Leidi, due preti dellāArcidiocesi di Genova che, seguendo una lunga tradizione, affrontano ogni anno, sempre il 21 giugno, lāascesa al monte. Poi, sul piazzale del forte, si alza la bandiera italiana (ci perdoneranno i francesi se per un momento il monte ĆØ tornato italianoā¦) e sullāattenti si rendono gli onori ai morti.
LA MESSA
Di fronte agli escursionisti che hanno avuto il coraggio di arrivare fin qui, inizia la celebrazione della Messa. Una Messa frugale e intima, a 3.130 metri. Ć giĆ un record per don Lorenzo, che la celebra sullo Chaberton ormai da parecchi anni, sempre il 21 giugno. Ci racconta il sacerdote che “Questi Eroi dello Chaberton, questi poveri ragazzi che hanno lasciato cosƬ presto la vita sotto il bombardamento francese, li sento come fossero dei fratelli. Di essi non ho mai visto neppure la foto, ma percepisco la loro presenza, la loro vicinanza. E ogni giugno salgo a trovarli fin quassĆ¹“. Parole che colpiscono. Qualche minuto, il tempo di fare due foto e una ripresa video. Il vento torna a fischiare insistente e freddo. Ć tempo di tornare. Il giorno dello Chaberton ĆØ vissuto per un attimo nei nostri cuori, col ricordo di quel tragico evento che ha cambiato per sempre la storia della montagna e degli uomini che la difesero con onore fino allāestremo sacrificio.
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