Escursionisti aviglianesi, 200 anni in tre, conquistano i tremila metri del Pointe des Lessieres

Lodovico Marchisio con le amiche

di LODOVICO MARCHISIO

AVIGLIANA – Tremila metri. Per chi non è avvezzo a tali quote, sembra una meta irraggiungibile, impossibile da toccare senza mezzi meccanici, per gli escursionisti invece è una meta abituale! Non desidero evidenziare in quest’articolo i problemi che possono insorgere a nostra insaputa e farci prendere coscienza che qualcosa nella macchina perfetta del nostro corpo si è inceppata, anche se sono stato alpinista dalla tenera età e ho salito montagne come il Cervino e il Monte Bianco.

La montagna che vado a descrivervi: Pointe des Lessieres (3041 m) è un bel “tremila” che si raggiunge in un’ora scarsa poiché la si sale dal Colle dell’Iseran (2770 m) che in estate si raggiunge in auto, con un dislivello di soli 271 metri. Ricordo che in passato l’ho salita un’infinità di volte (persino in invernale, con i miei due figli adolescenti, con il mio adorato cagnolino nello zaino, abbinandola ad altri 7 tremila che si superano in meno di 5 ore con un concatenamento in quota). Ma ieri, 24 agosto, la mia breve salita ha un altro valore e un altro peso e prima della descrizione tecnica completa, desidero trasmettere queste mie emozioni. Due amiche mi hanno accompagnato a questo mio “ritorno”. Maria che faceva “campo base” al Colle dell’Iseran e Paola che mi ha seguito in silenzio sino a metà per rispettare il mio bisogno di salire in vetta da solo senza telefonino, per sentirmi completamente isolato, vincendo le mie motivate paure causate dallo stato attuale di salute.

E come sulla rampa finale ripensassi al Cervino

Mi sono infatti accorto come sul brevissimo passaggio della corda fissa che salivo con una mano sola, ora mi tenessi con forza al corrimano e come sulla rampa finale ripensassi al Cervino per farmi coraggio, dove a causa di una notte insonne per l’agitazione, trascorsa alla Capanna Carrel (seppur aiutato dalle guide), faticavo a raggiungere la vetta. Eppure quando fuori tempo massimo ho raggiunto la cima della “Pointe des Lessieres”, stanco ma felice, per un attimo ho dimenticato la mia situazione attuale! Ero solo lassù in vetta al mio “tremila”! C’erano 8 gradi sotto lo zero e le nubi correvano limacciose e veloci nel cielo sospinte da un vento gelido, infatti tutte le rocce erano ghiacciate tanto che sono scivolato al ritorno in un punto non fatale. So che non ha senso morire per una montagna, ma ero solo con il mio 3000 che non potevo fallire per ridare un senso alla mia vita che mi stava sfuggendo di mano.