Enrico Reffo e la pala della Visitazione per la cappella di San Giusto a Beaulard di Oulx

OULX – Enrico Reffo fu fratello di don Eugenio Reffo divenuto fedele collaboratore del Murialdo e, a tutti gli effetti, cofondatore della Congregazione di San Giuseppe, che sarà poi denominata popolarmente “i Giuseppini del Murialdo”. Enrico Reffo nasce a Torino nel 1831, e viene avviato dal padre alla carriera di orafo presso una bottega torinese. All’età di 22 anni, può cominciare a frequentare i corsi serali dell’Accademia Albertina dove ha la possibilità di seguire le lezioni di altri grandi torinesi. Alessandro Antonelli e Michele Cusa. Dal 1857 al 1866 espone presso le mostre annuali della Promotrice, oltre a soggetti sacri, anche ritratti e scene di genere. Ma, forse a cagione dell’influsso della famiglia e, soprattutto, il suo forte legame col fratello Eugenio che era il braccio destro di Don Murialdo, finiti gli studi Enrico Reffo dedica  la sua attività di insegnante  e pittore alla causa cristiana.

LA PITTURA

Si racconta che la sua scelta artistica derivi anche da un voto fatto a 25 anni quando, gravemente ammalato e in pericolo di vita, avrebbe promesso che dopo la guarigione si sarebbe consacrato alla pittura sacra. Diventa professore all’ Istituto degli artigianelli e comincia a stringere relazioni con gli ambienti e le personalità cattoliche della città di Torino, le quali cominciano a commissionargli un lavoro dopo l’altro. Enrico Reffo per 50 anni dipinge quasi esclusivamente per la Chiesa seminando per il Piemonte decorazioni, pale ed affreschi nelle cappelle private, negli oratori e nelle chiese di Giaveno gli affreschi del presbiterio e dell’abside della collegiata di San Lorenzo. Poi a Varallo, Novara, Pinerolo, Vigone, Volpiano e ovviamente la sua Torino dove ha lasciato un segno del suo passaggio in vari edifici tra cui la chiesa di San Domenico, la Consolata, San Filippo Neri, San Tommaso, San Secondo Martire e Santa Barbara.

LE DECORAZIONI

Enrico Reffo si occupa anche delle decorazioni delle pareti e di altri ambienti della chiesa di San Dalmazzo in via Garibaldi e proprio al suo interno è stato dedicato un busto a ricordo del professore, pittore, artista e maestro del Collegio degli artigianelli. Tra gli allievi della scuola di Enrico Reffo si distingue Luigi Guglielmino (Susa, 1885 – Torino, 1962), che come migliore allievo gli succede nella direzione. Reffo è molto esigente con i suoi allievi, con l’insegnamento intensivo del disegno, così prima che mettano mano ai pennelli, impone loro di esercitarsi per parecchi anni e per molte ore ogni giorno. Reffo non è solamente un artista preparato tecnicamente, è anche sensibile ai principi educativi dell’arte religiosa: il riutilizzo di cartoni e bozzetti in più lavori condotti dalla sua bottega ci permette inoltre di individuare nella sua attività un vero e proprio metodo artigiano specializzato nella realizzazione di immagini sacre. Enrico Reffo muore a Torino, il 16 luglio 1917.

Enrico_Reffo_autoritratto

IL DIPINTO

Il quadro, pittura olio su tavola, era posto in origine sopra l’altare della Cappella di San Giusto di Beaulard presso Oulx, dedicato alla Visitazione, a San Giusto e San Luca, e dislocato al Museo Diocesano d’Arte Sacra di Susa. Esso raffigura l’incontro tra Maria e Sant’Elisabetta, alle spalle della quale compare San Zaccaria. La scena si svolge sotto l’arcata di un porticato aperto dal quale si può ammirare una catena montuosa con le cime innevate, identificabile con uno scorcio dell’alta Valle di Susa. In primo piano, seduti su un gradino, compaiono a sinistra San Luca, intento ad osservare la scena per poi trascriverla sul Vangelo posto sulle sue ginocchia, e a destra San Giusto impugnante un pastorale e rivolto verso la scena centrale; ai suoi piedi sono raffigurati il pugnale e la palma del martirio.

I SANTI

I due santi sono posti sullo stesso piano degli spettatori, che possono così condividere più facilmente lo stupore e l’emozione dei due personaggi, quasi colti di sorpresa dalla scena che appare davanti ai loro occhi, scoperta dall’ampio panneggio verde che, come un sipario
teatrale, si apre per mostrare l’incontro tra le due donne in atto alle loro spalle. Autore del dipinto, realizzato nel 1865, è Enrico Reffo la cui firma compare nell’angolo in basso a destra.

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