È uscito da pochi mesi il secondo libro edito di Luigi Angelino, in arte “L’Angelino”

AVIGLIANA – È uscito da pochi mesi il secondo libro edito di Luigi Angelino, in arte “L’Angelino” (pseudonimo), nato a Torino nel 1949 e risiedente con la moglie attualmente in Val Sangone. L’autore, da sempre Valsusino nel cuore, appartiene al gruppo letterario dell’AASAA (Auteurs Associés de la Savoie et de l’Arc Alpin) e deve ai suoi tre nipotini l’inizio della carriera artistica scrivendo suadenti favole per loro e traendo anche ispirazione dai boschi dietro casa e le montagne così vicine. Da esse Luigi attinge per alimentare questa sua necessità di verbalizzare pensieri e sensazioni, modulando e costruendo racconti nei quali è soprattutto la natura ad avere la maggior rilevanza. “L’Angelino” ha già vinto diversi concorsi di saggistica e poesia. Il suo primo libro pubblicato con le Edizioni “Tripla E” nel 2020 è stato: “L’odore della neve” del quale ho già parlato nei miei precedenti articoli; e ora ripete quest’esperienza con il suo secondo libro edito, con la stessa casa editrice: “Un fiume per amico”.

IL LIBRO

In breve ecco di cosa parla questo secondo suo libro edito. L’autore è di una versatilità incredibile perché sa maneggiare i suoi personaggi, sempre numerosi, senza mai perdere di vista il filo del racconto né tanto meno le sue comparse, dando loro una logica collocazione nel contesto del discorso, perché come mi conferma anche l’autore, lui ama mantenere sempre viva l’attenzione di chi legge senza inutili fronzoli o elucubrate descrizioni per allungare il testo, facendo sì che quando un lettore prende in mano un suo libro non può più staccarsene e deve leggerlo tutto d’un fiato, tanto che anche questo suo secondo volume: “Un fiume per amico” meriterebbe di diventare con una valida sceneggiatura anche un film di sicuro successo.

LA TRAMA

Volendo lasciare viva la curiosità in chi avrà la fortuna di leggerlo, non svelerò la trama se non facendo notare che il testo racchiude uno dei periodi più neri della nostra storia, svolgendosi esso durante il dominio fascista durato un intero ventennio. L’autore per l’appunto, con una capacità narrativa incredibile, riesce a trasformare un’epoca in un concentrato di pensieri, sensazioni e idee, senza mai far perdere al lettore il filo del discorso. Mi riferisco per esempio al suo innato amore per gli animali che emerge nel discorso di chi non si sente di uccidere i pesci ma li mangia o della caccia come inutile sterminio di creature innocenti. L’autore ci rapisce anche con le sue brevi descrizioni del fiume Po nelle sue varie stagioni, del paese ove è vissuto con le sue strade ghiacciate, dove si pattina in inverno e si fanno feste paesane in estate, citando anche luoghi reali come “I Murazzi” del Lungo Po a Torino o posti immaginari ma di forte impatto emotivo come “Il bosco delle magiche signore”.

I PERSONAGGI

Infine l’autore supera sé stesso quando ci fa vivere una cruenta scena di presunta morte della sua amata che porta il personaggio principale a diventare un assassino, mentre è un’abile manipolazione letteraria, frutto di un coma che trasporta l’autore in un’onirica trasposizione dei fatti. Il resto lo lascio al piacere che ne trarrà il lettore da quest’affascinante lettura.

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