Dopo gli incendi in Valsusa: piantati 90 mila nuovi alberi a Caselette e Mompantero

bosco caselette

CASELETTE – MOMPANTERO – Dopo gli incendi in Valsusa: messe a dimora 90 mila piante a Caselette e Mompantero.

VALSUSA: 90 PIANTICELLE DOPO GLI INCENDI DEL 2017 A MOMPANTERO E DEL 2021 A CASELETTE

ƈ entrata nel vivo la realizzazione del programma di interventi di rimboschimento nelle aree colpite dal fuoco nellā€™ottobre 2017 a Mompantero e del marzo 2021 a Caselette.Ā Lā€™obiettivo principale del progetto ĆØ di recuperare le aree danneggiate dagli incendi negli ultimi 5 anni. In parte giĆ  interessate da lavori selvicolturali di messa in sicurezza e asportazione delle piante morte. Messa a dimora circa 90.000 pianticelle di specie arboree e arbustive adatte ai luoghi o nella eventuale semina. In modo da recuperare la naturalitĆ , la biodiversitĆ  e i processi ecologici legati agli ecosistemi forestali. Il progetto ĆØ inoltre finalizzato alla riduzione dei rischi idrogeologici. Il passaggio del fuoco ha interrotto in vaste aree la continuitĆ  della copertura arborea, per cui occorre ricostituire le connessioni perdute. Ricreando condizioni ecologiche funzionali e strutturali complesse, aumentando la biodiversitĆ  e dando ospitalitĆ  al maggior numero possibile di esseri viventi.

LE AREE INTERESSATE

A Mompantero lā€™area boscata percorsa dal fuoco nel 2017 si trova al confine con i territori dei Comuni di Venaus e Novalesa. Ad unā€™altitudine che varia dai 1200 metri ai 1750. A Caselette la zona di intervento sul monte MusinĆØ ha un clima xerotermico. Ovvero con temperature piĆ¹ elevate rispetto alle aree circostanti, con una vegetazione costituita da boschi e praterie aride. Si tratta della piĆ¹ importante oasi xerotermica del Piemonte.

LE ATTIVITƀ PREVISTE

Il progetto di rimboschimento ha previsto unā€™attivitĆ  diĀ preparazione dei terreni, con ilĀ decespugliamento della vegetazione erbacea, lā€™asportazione di porzioni di piante morte ancora presenti in loco, una lavorazione andante del terreno con attrezzi manuali su una superficie di circa 1metro quadrato per ogni piantina da mettere a dimora, con dissodamento del terreno per una profonditĆ  di almeno 20-30 centimetri. Al termine dei lavori preparatori le aree di messa a dimora si presentano comeĀ piazzole, ripulite dalla vegetazione spontanea e da residui di legno a terra, con ilĀ terreno spietrato e lavorato. Le pietre rimosse vengono risistemate intorno ad ogni singola piazzola, a formare una specie di cordolo, a partire dal lato di valle, in modo da creare piccole barriere allo scorrimento dellā€™acqua.

La messa a dimora delle piante viene effettuata durante il periodo diĀ riposo vegetativo invernale, in modo da massimizzare le possibilitĆ  di attecchimento. LeĀ buchetteĀ in cui vengono sistemate le piante devono avere profonditĆ  e larghezza adeguate ad ospitare comodamente lā€™intera zolla radicale o pane di terra. Una volta scavata la buca si lavora il terreno sul fondo, in modo da agevolare lā€™approfondimento delle radici nel terreno. Sul fondo della buchetta viene posizionato un idroritentore, ovvero una sostanza chimico-minerale a base di poliacrilamide, in grado di migliorare le caratteristiche del terreno, riducendo gli stress idrici delle piante e migliorandone l’attecchimento. NelleĀ zone difficilmente accessibiliĀ si valuta la semina diĀ specie pioniere.

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