Don Angelo Rescalli: sacerdote e pittore, a 65 anni dalla morte

SUSA – Per oltre vent’anni don Angelo Rescalli ha vissuto a Susa, dove è stato cappellano presso le Suore Francescane, e una via a lui intitolata testimonia quanto la città abbia amato questa particolare figura di sacerdote e pittore. Mentre gli innumerevoli scorci della Valle che ritroviamo nelle sue opere lasciano intuire quanto per lui il legame con questa terra sia stato forte e profondo. Don Angelo Rescalli, sacerdote per vocazione e pittore per dote naturale, nacque ad Azzanello il 14 novembre 1884. Entrato nel Seminario Vescovile di Cremona nel 1897. Venne ordinato presbitero nel 1909 ed inviato come vicario a Vescovato e poi ad Olmeneta. In quegli anni nacque la passione di Rescalli per la pittura. Conobbe i pittori Vespasiano Bignami e Vittore Grubicy. Attinse le tecniche della pittura ed i fondamentali del divisionismo.

IN GUERRA

Nel 1915, all’entrata in guerra dell’Italia, venne chiamato alle armi e successivamente mandato a San Remo, dove divenne vice-cappellano nel 1916 e cappellano nel 1917. Nonostante la fine delle ostilità e le richieste di rientro da parte della Diocesi di Cremona, Rescalli rimase in Liguria dove la sua carriera pittorica diventava sempre più promettente. Entrò infatti sotto la protezione di due nobildonne del luogo, la baronessa Matilde Van Eys. Lo ospitò nella sua villa di Corso Cavallotti e di cui affrescò la cappella privata. La contessa Modesta Dell’Oro Hermil, che gli garantiva ospitalità nella sua casa di Susa. Fece costruire una pagoda come studio di pittura. A Sanremo si inserì facilmente sia nel mondo ecclesiastico sia in quello intellettuale. Partecipò alla costituzione della Famiglia Artistica Sanremasca ed insieme a Giuseppe Ferrari organizzò la Quarta Esposizione d’Arte a Villa Ormond.

Don Angelo Rescalli

IL MINISTERO

Contemporaneamente svolgeva il suo ministero presso la Parrocchia di Santa Maria degli Angeli. Numerosissime furono le città che ospitarono mostre con le sue opere. I suoi continui viaggi in Italia, in Francia e nei Paesi Bassi gli permisero di costruirsi una solidissima committenza e conoscenze altolocate. Tra queste, il Generale Luigi Cadorna e soprattutto il Principe Umberto II, con il quale fu per anni in un rapporto di viva cordialità. Alcuni suoi dipinti furono infatti acquistati per le collezioni sabaude, e il Principe fu per anni presenza frequente alle inaugurazioni delle mostre personali del sacerdote. Nel 1940, sull’onda del successo, si trasferì a Roma. Il precipitare della situazione politica lo portò a rifugiarsi a Susa. Alla fine della guerra, tentò il ritorno a Roma, ma scoprì con amarezza che i beni presenti nel suo alloggio erano stati trafugati, e non riuscì nemmeno a riprendere possesso dell’immobile. La vicenda gli causò grande amarezza.

A SUSA

Seguì il definitivo ritiro a Susa, il ritiro dalla vita pubblica e l’inizio del declino umano e professionale. Ciononostante fu nominato membro onorario dell’Instituto de cultura americana de Tolosa (La Plata) in Argentina (1943) e Accademico Pontificio da Papa Pio XII (1953). Fu pittore divisionista, di scuola segantiniana ma con uno schietto linguaggio personale ed originale. Si spense a Susa il 10 dicembre 1956.

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