Diario da Roma: Mario Draghi rappresenta oggi le migliori speranze dell’Italia

ROMA – Diario da Roma: il presidente della Repubblica ha convocato per domani al Quirinale Mario Draghi. Con toni accorati e a tratti drammatici, il presidente Mattarella ha rivolto un appello al Paese e alle forze politiche perché si mettano da parte divisioni, pregiudiziali e veti per dare vita a una risposta forte, concreta ed efficace per fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale. Mario Draghi è la personalità più significativa e autorevole di cui disponiamo, in Europa e nel mondo. Ogni parlamentare responsabile non potrà che dare il proprio convinto sostegno a Draghi, al di là delle differenze di schieramento. Draghi rappresenta oggi le migliori speranze dell’Italia.

CHI E’ MARIO DRAGHI

Mario Draghi, nato a Roma il 3 settembre 1947, si laurea all’università La Sapienza di Roma nel 1970, con l’economista Federico Caffè, per poi ottenere un dottorato in Economia al Massachusetts Institute of Techonology. Dopo essere stato accademico di rango all’Università di Trento, di Padova e di Venezia. Tra il 1984 e il 1990 è Direttore esecutivo della Banca Mondiale e, dal 1991 al 2001, diventa Direttore generale del ministero del Tesoro. Prima di diventare Governatore della Banca d’Italia nel 2005, compie un passaggio ai vertici europei in Goldman Sachs, una delle principali banche d’affari a livello globale. Nel 2011 diventa il terzo presidente della Banca centrale europea. Quando assume l’incarico, come scritto qui, lo scenario economico europeo e mondiale è scosso dalle conseguenze della Grande crisi finanziaria iniziata nel settembre del 2008 con il fallimento della banca statunitense Lehman Brothers.

IN POLITICA

Draghi torna sulla scena pubblica con un fondamentale articolo, pubblicato sul Financial Times. “La pandemia del coronavirus è una tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche” scrive. “Oggi molti temono per la loro vita o piangono i loro cari scomparsi. Le misure varate dai governi per impedire il collasso delle strutture sanitarie sono state coraggiose e necessarie, e meritano tutto il nostro sostegno. Ma queste azioni sono accompagnate da un costo economico elevatissimo e inevitabile. E se molti temono la perdita della vita, molti di più dovranno affrontare la perdita dei mezzi di sostentamento. La sfida che ci si pone davanti è come intervenire con la necessaria forza e rapidità per impedire che la recessione si trasformi in una depressione duratura, resa ancor più grave da un’infinità di fallimenti che causeranno danni irreversibili. Il giusto ruolo dello stato sta nel mettere in campo il suo bilancio per proteggere i cittadini e l’economia contro scossoni di cui il settore privato non ha alcuna colpa, e che non è in grado di assorbire. La questione chiave non è se, bensì come lo stato debba utilizzare al meglio il suo bilancio“.

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