LUGANO – Dal matematico al maitre chocolatier: tutti stregati dalla droga monetaria. Tassi bassi: la cocaina dell’economia. Siamo a Lugano, in un freddo pomeriggio di Gennaio. Sto parlando con un mio amico, un signore quarantenne che dopo molte peripezie in giro per il mondo ha deciso di stabilirsi definitivamente in questāangolo della Svizzera perchĆ©, come dice lui, vuole āmettere un poā di ordine alla sua vita e possibilmente farsi una famigliaā. Mi racconta che grazie alle sue esperienze internazionali ĆØ riuscito a trovare un lavoro al famosissimo Swiss National Supercomputing Center di Lugano, uno dei piĆ¹ importanti centri di calcolo scientifico al mondo. Ć molto soddisfatto di come stanno andando le cose e quindi ha deciso di fare il grande passo che non aveva mai fatto prima: comprarsi casa. Mi racconta con entusiasmo che dopo lunghe ed estenuanti ricerche ha finalmente trovato la casa dei suoi sogni: una modernissima e lussuosissima villa con vista mozzafiato sul lago e sulla cittĆ dallāesorbitante costo di 6,75 milioni di franchi. Mi racconta che lui ovviamente tutti questi soldi non li ha, ma molte banche offrono prestiti ipotecari con tassi vicini allo zero e per i primi 10 anni si deve soltanto pagare lāinteresse senza nemmeno rimborsare il capitale. Mi spiega che dopo una decina dāanni si dovranno rinegoziare le condizioni di prestito ma come gli hanno spiegato i funzionari della banca āi tassi resteranno sicuramente molto bassi, probabilmente vicini o addirittura al di sotto di quelli attualiā. Colto da un irrefrenabile entusiasmo finisce per confidarmi che di fatto a lui non interessa quanto gli sia costata la casa perchĆ© tanto āi soldi li ha messi in gran parte la bancaā e quindi anche se gli avessero chiesto 10 milioni lui, la casa, lāavrebbe comprata lo stesso. Dāinteressi spende comunque di meno che se la casa lāavesse affittata. Quindi dove sta il problema?
DAL MAITRE CHOCOLATIER
Pochi giorni prima mi trovavo nella sede di unāimportante industria dolciaria ticinese. Il proprietario mi stava spiegando che nel loro business riescono ad avere una marginalitĆ del 15% sui ricavi e visto che per fatturare 100 devono impiegare un capitale di circa 200 vuol dire che ogni 200 franchi investiti nellāattivitĆ si ricavano 100 franchi di fatturato ovvero 15 franchi di utile. In pratica la loro attivitĆ dolciaria rende il 7,5% annuo. Questo vuol dire che, se i tassi dāinteresse sono superiori al 7,5%, non ha senso prendere in prestito denaro per investire nellāattivitĆ mentre se i tassi scendono sotto a questo livello il discorso cambia. Ed ecco che infatti in questi ultimi anni, grazie ai costi di finanziamento scesi sotto al 5%, hanno incominciato ad indebitarsi sino ad arrivare ad avere un leverage effettivo che oggi si attesta nei dintorni del 300%. Ogni 200 franchi investiti nellāattivitĆ ne hanno presi in prestito quasi 400 aggiuntivi, ne fatturano 300 e hanno un utile lordo di 45. SarĆ pur vero che sono molto indebitati ma al netto dei costi di finanziamento sono arrivati ad avere una resa effettiva del capitale che oscilla fra il 15% ed il 20% annuo. Quindi dove sta il problema?
MOLTO SPESSO SONO PROPRIO LE COSE CERTE, QUELLE CHE NON CI SPAVENTANO, A DOVERCI SPAVENTARE
Mark Twain diceva: non sono le cose che sappiamo a metterci in crisi. Sono le cose che crediamo di sapere. Il mio amico matematico, abbagliato dalla droga monetaria, non si ĆØ reso conto che i soldi spesi per comprare la casa sono i suoi e non della banca. Questa cifra vertiginosa ĆØ uscita dalle sue tasche fino allāultimo centesimo perchĆ© lui, seppur a tassi dāinteresse bassissimi, ha contratto un debito certo e reale nei confronti dellāistituto di credito. Il tutto a fronte di un immobile il cui prezzo invece ĆØ totalmente fittizio, volubile e variabile nel tempo. Gli ho fatto notare che se la casa perdesse anche solo il 20% del suo valore lui a bilancio si ritroverebbe una perdita reale di 1.350.000 franchi (pari a circa 75 anni di stipendi medi di un suo connazionale italiano che vive e lavora a 30 km di distanza da Lugano). Discorso analogo per il maitre chocolatier: una banale perdita del 2,5% di marginalitĆ o un calo del fatturato del 33% (o un mix delle due cose) costringerebbe la sua azienda a registrare un risultato netto negativo per tutte le attivitĆ avviate con prestiti.
IN UN SISTEMA MOLTO LEVEREGGIATO PASSARE DALLāEUFORIA ALLA DEPRESSIONE Ć UN ATTIMO
Le politiche monetarie di questi ultimi anni hanno favorito la diffusione di un altissimo leverage finanziario in tutti i settori dellāeconomia. Gli allentamenti delle banche centrali hanno portato ad un grande aumento del debito e ad uno slancio nella crescita economica mondiale. Oggi siamo arrivati ad uno stato quasi ottimale di autosostentamento stabile della crescita e non sembrano esserci nubi allāorizzonte (la bassissima volatilitĆ dei mercati nel 2019 ĆØ un ottimo indicatore di questo Nirvana economico). Tuttavia non possiamo nascondere il fatto che cāĆØ stato un graduale e considerevole aumento dei rischi, il sistema ĆØ fragile come non lo era mai stato prima dāora. Provate ad immaginare cosa succederebbe se a fronte di una perdita del valore immobiliare della sua casa, al matematico di Lugano venisse richiesto dalla banca di rientrare di una parte del debito concesso. Probabilmente il matematico, preso alla sprovvista e anche un poā spaventato, deciderebbe di ridurre il piĆ¹ possibile le spese personali superflue e quindi smetterebbe di comprare grandi scatole di cioccolatini svizzeri da regalare ad amici e parenti in Italia.
Ć SCOPPIATA LA BOLLA
A quel punto il maitre chocolatier inizierebbe a veder scende il fatturato e gli effetti sui conti dellāazienda sarebbero dirompenti perchĆ© gli utili calerebbero molto rapidamente a fronte di un debito che rimarrebbe invariato. Per lo spavento deciderebbe di rimandare lāacquisto del bellāappartamento che valutava di comprare da tempo. E il mercato immobiliare, giĆ alle prese con prezzi in discesa, ne risentirebbe. Nel frattempo i cioccolatini venduti sono sempre meno, il calo iniziale diventa un vero e proprio crollo e allāimprenditore non resta che iniziare a dismettere impianti e vendere capannoni e immobili deprimendo ancor di piĆ¹ il mercato immobiliare. Ć un disastro, ĆØ scoppiata la bolla. Questo scenario ĆØ molto simile a quello che si verificĆ² verso la fine 2006 negli USA con la famosa ācrisi dei mutui subprimeā che poco tempo dopo, nel 2008, culminĆ² con il crollo dei mercati azionari di tutto il mondo.
COSA MONITORARE?
Paradossalmente oggi il sistema economico ha dei livelli dāindebitamento e di leverage finanziario molto superiori a quanto non avesse nel 2006. Per questo motivo in Abalone Suisse riteniamo che il driver principale da monitorare sarĆ lāoperato delle principali banche centrali e quindi lāandamento dei tassi. In un momento di leverage elevato gli effetti delle politiche monetarie sono amplificati: lāimpatto diretto sulla capacitĆ delle imprese di rifinanziare le posizioni debitorie aperte ĆØ significativo, il forex puĆ² avere aggiustamenti strutturali che incidono sui bilanci e sulla crescita economica di intere aree geografiche. Inoltre un drenaggio di liquiditĆ potrebbe far mancare la terra sotto ai piedi a grandi fasce di popolazione parecchio indebitate per lāacquisto di immobili in tutto il mondo e non solo in Svizzera. Insomma, per questāanno pensiamo sia utile ricordarsi di uno degli insegnamenti piĆ¹ saggi di Warren Buffet: āNon comprare cose che non ti servono con soldi che non hai altrimenti finirai per vendere ciĆ² che ti serveā.
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Testo di Davide Chiantore. Iscriviti alla nostra pagina FacebookĀ LāAgenda News: clicca āMi Piaceā e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti piĆ¹ nemmeno unaĀ notizia! Metti mi piace alla paginaĀ YouTubeĀ dellāAgenda.